Viterbo – (e.c.) – Deposito di scorie radioattive vicino a monumenti naturali e parchi nazionali.
E’ uno dei problemi che preoccupano i tanti sindaci e cittadini che sono intervenuti in questi ultimi due giorni a difesa della Tuscia, il cui territorio è apparso sul sito della Sogin (società incaricata della gestione del nucleare) nell’elenco delle zone che potrebbero ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani.
Ben 22 le parti ritenute idonee nella provincia (67 in Italia) che risulterebbe la più “colpita” a livello nazionale. Fra le aree in provincia di Viterbo ci sono: Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, due lotti a Canino, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania, un’altra area Canino-Montalto, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1 e 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Gallese.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
La mappa pubblicata suddivide le zone papabili a seconda della fattibilità: verde smeraldo (zone più idonee), verde chiaro (zone di livello buono), celeste (isole), giallo (zone meno adeguate ma comunque di possibile realizzazione).
Il mondo politico, culturale, economico e agricolo della Tuscia è insorto in maniera compatta alla notizia con un deciso no. Anche perché nella Tuscia ci sono monumenti naturali, parchi nazionali, siti Unesco.
“Nell’area interna Alta Tuscia-Antica Città di Castro, che include 19 comuni con Tuscania capofila, sono stati individuati progetti di sviluppo principalmente in due settori: quello turistico e quello agricolo. Com’è possibile giustificare la presenza di un deposito nazionale di scorie radioattive?” ha commentato ieri il sindaco di Acquapendente, Angelo Ghinassi.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
“La nostra battaglia del no alla centrale nucleare, che vide la centrale Alessandro Volta ieri convertita ed oggi in via di smantellamento – ha precisato il consigliere di Montalto, Quinto Mazzoni -, non può vanificarsi trasformando le nostre aree in deposito di sostanze radioattive. Noi abbiamo già dato abbastanza”.
“Stiamo parlando di piccoli borghi – hanno scritto ieri in una nota congiunta i comuni di Gallese, Corchiano e Vignanello – la cui sussistenza si basa sulla produzione e promozione dei propri prodotti locali e nel richiamo del turismo di prossimità e ci chiediamo come le due cose si possono conciliare con siti di stoccaggio nucleare senza stravolgere la loro stessa essenza”.
Non ultimo, tra i problemi che fanno più paura, è quello della salute. “Questi siti, se realizzati – hanno spiegato dai tre comuni – si vanno ad aggiungere ad altri fattori di rischio salute quali, ad esempio, la presenza del radon e la presenza di arsenico nelle acque”.
Ad intervenire nei giorni scorsi contro l’ipotesi di un deposito di scorie radioattive nella Tuscia anche il senatore Francesco Battistoni (Fi) che aveva annunciato: “Non solo faremo una dura opposizione sulla vicenda dei rifiuti radioattivi, ma utilizzeremo tutte le risorse in nostro possesso per ostacolare il percorso che potrebbe vederci protagonisti in negativo. Abbiamo un immagine da tutelare, un ecosistema da preservare, un’economia da difendere”.
Ma il deputato cinque stelle Gabriele Lorenzoni non ha tardato a fare arrivare la sua risposta: “Forse il senatore non ricorda che nel luglio del 2010 il suo partito faceva del ritorno all’energia nucleare il proprio cavallo di battaglia, come panacea assoluta al fabbisogno energetico del Paese, senza preoccuparsi minimamente delle scorie radioattive che tale produzione comporta. All’epoca erano forse un problema secondario?”.
Deposito scorie radioattive – Lo stoccaggio
Nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione (5 gennaio, ndr) ci sarà la consultazione pubblica con regioni ed enti locali. Servirà il consenso della comunità per proseguire e arrivare alle manifestazioni d’interesse. Trovato l’accordo potrebbero trascorrere almeno 4 anni per costruire deposito e parco.
Nel frattempo è stata prontamente organizzata dalla provincia una call conference tra i sindaci della Tuscia per discutere della questione e capire come muoversi. E’ in programma lunedì e si discuterà sul da farsi.
Come funzionerebbe il deposito di scorie
“Dei circa 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi che saranno conferiti al deposito – si legge sul sito della Sogin -, il 60% deriverà dall’esercizio e lo smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca”.
I rifiuti avranno tre barriere. La prima barriera condizionerà i rifiuti radioattivi con una matrice cementizia dentro dei contenitori metallici.
Deposito scorie radioattive – Le fasi di stoccaggio
I contenitori verranno inseriti nella seconda barriera formata da dei moduli di calcestruzzo speciale pensati per resistere oltre 300 anni. I moduli, a loro volta, verranno inseriti in celle di cemento armato che verranno sigillate e che andrebbero a rappresentare la terza barriera. Anch’essa pensata per resistere oltre 300 anni.
Il tutto verrà ricoperto con più strati di materiale studiato per prevenire le infiltrazioni d’acqua.
Le zone idonee in Italia
Toscana-Lazio: 24 zone tra le province di Siena, Grosseto e Viterbo (Comuni di Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano)
Piemonte: 8 zone tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e così via)
Basilicata_Puglia: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso)
Sardegna: 14 aree tra le zone in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri)
Sicilia: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
Articoli: Otto comuni della Tuscia tra le aree idonee al deposito di rifiuti radioattivi – Scorie radioattive nella Tuscia, lunedì call conference organizzata dalla Provincia – Lorenzoni (M5s): “Battistoni dimentica che nel 2010 il suo partito faceva del nucleare il suo cavallo di battaglia?” – Novelli: “La comunità caninese contraria allo stoccaggio di rifiuti nucleari” – Giampieri (FdI): “Ordine del giorno in ogni consiglio comunale contro deposito nucleare” – Cgil, Cisl, Uil: “Fermamente contrari al deposito di rifiuti radioattivi nella Tuscia” – Italia Nostra e Forum ambientalista: “Completa indifferenza nello svendere un’intera comunità” – Fdi Tarquinia: “No ai rifiuti tossici in un territorio con già due centrali” – Orizzonte Lazio: “Scorie radioattive, difenderemo il territorio dall’ennesimo tentativo di stupro” – Bordo: “Invece di promuovere il turismo ci chiedono di far diventare le nostre terre discariche nucleari” – Dottarelli: “Sembra un vizio, ieri le centrali geotermiche e oggi le scorie radioattive” – Assonautica: “Pronti a mobilitazioni per esprimere il nostro dissenso” – Ghinassi: “Come giustificare un deposito di scorie radioattive in aree a vocazione agricola e turistica?” – Corchiano, Gallese e Vignanello: “I siti individuati confinano con monumenti naturali e parchi nazionali” – Comune di Capalbio: “Tutti i comuni della Maremma si uniscano nella lotta alle scorie nucleari” – M5s Montalto di Castro: “Deposito nazionale di rifiuti radioattivi, il nostro territorio ha già dato troppo” – Bigiotti (Anci Lazio): “La Tuscia non deve diventare la pattumiera d’Italia” – Ceccarelli: “Bisogna essere uniti, compatti e decisi nel difendere il nostro territorio” – Ass. Montalto e Pescia legate insieme: “Il nostro territorio giudicato ‘molto buono’ per ospitare le scorie, serve una grande battaglia di tutti” – Forza Italia Canino: “Canino è zona archeologica e ha prodotti Dop, le scorie nucleari qui no” – Cisal: “La Tuscia condannata a diventare la pattumiera del nucleare nazionale” – Codacons: “Contro le scorie nucleari arriva la task force di avvocati”
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