Roma – Crisi di governo, si apre una settimana decisiva per la maggioranza. Tra pochi giorni è infatti atteso il voto sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e sarà il primo test per la maggioranza dopo aver incassato una fiducia risicata in Senato. Italia Viva ha infatti già preannunciato il suo voto contrario e una bocciatura del Guardasigilli potrebbe mettere in discussione la capacità dell’esecutivo di poter effettivamente governare. Incassare una sfiducia sulla giustizia, infatti, costringerebbe il presidente del consiglio a doversi dimettere, con poche speranze di ricevere nuovamente l’incarico. Per questo, sarebbe meglio dimettersi prima. Si fa la data di domani per la salita al Colle di Conte.
Giuseppe Conte
La premessa è che il premier dimissionario si presenti al presidente della repubblica Sergio Mattarella con un accordo politico, tra le attuali componenti della maggioranza e altri partiti, che garantisca la tenuta dell’esecutivo per un periodo congruo: riscrittura e gestione del Recovery plan ed elezione del prossimo presidente della repubblica.
A quel punto la prassi è chiara e prevede che si aprano le consultazioni, anche rapidissime, per verificare la fattibilità di un reincarico che porterebbe di fatto a un “Conte ter” con una maggioranza allargata anche al centro e di cui potrebbe tornare a fare parte anche Matteo Renzi.
Una parte del Pd chiede al premier di non chiudere a Renzi. Anche il ministro Francesco Boccia apre ad un dialogo con il senatore di Rignano rompendo quindi il mantra del “mai più con Renzi” finora ripetuto dai vertici del Pd, ma sottolineando come “in questa crisi irresponsabile aperta da Iv non c’è alternativa a Conte premier”. Il Movimento 5 stelle è contrario ad un ritorno dell’ex premier nell’alveo della maggioranza. Ieri Luigi Di Maio ha prima posto un veto a Renzi: “tra Conte e Renzi, scegliamo Conte”.
