Viterbo – “Un deposito di rifiuti radioattivi e nucleari nella Tuscia è un’ipotesi scellerata e massacrerebbe l’economia locale. Una scelta sbagliata che va contrastata in tutti i modi”. Anche la Uila di Viterbo prende posizione contro l’individuazione di alcune aree idonee alla realizzazione del deposito anche sul territorio di 8 comuni della Tuscia. Ischia, Montalto, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese e Corchiano.
“Il sottosegretario Morassut – dice il segretario territoriale della Uila Antonio Biagioli – sbaglia quando dice che il deposito produrrà lavoro e compensazioni importanti. Il deposito non porterà alcuna ricchezza e rappresenterà soltanto un impoverimento per le produzioni locali e l’immagine del territorio.
Viterbo – Antonio Biagioli della Uila
Il deposito nazionale “permetterà – scrive il ministero dell’ambiente in una nota – di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività”. Le aree individuate a livello nazionale sono in tutto 67. Una carta, quella delle aree idonee, andata incontro a una vera e propria levata di scudi a livello nazionale.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
Per quanto riguarda “la Tuscia – prosegue Biagioli della Uila – la scelta è scellerata ed essere contrari e preoccupati è il minimo. Il punto non è l’inquinamento ambientale, ci mancherebbe altro che il deposito non fosse sicuro, ma ‘l’inquinamento psicologico’. Con un deposito di rifiuti radioattivi e nucleari verrebbe pregiudicata, tra le altre cose, l’immagine di un’agricoltura che fa della qualità dei prodotti enogastronomici un importante punto di riferimento. Senza considerare poi l’impatto che una cosa del genere avrebbe sul turismo, fondamentale anch’esso per la crescita delle realtà rurali”.
Il sottosegretario Roberto Morassut in collegamento
Lunedì scorso l’incontro on line convocato dalla provincia di Viterbo, anch’essa per il no al deposito, durante il quale il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut ha spiegato come l’iter per l’individuazione dell’area che ospiterà il deposito è soltanto all’inizio. “Adesso partono le osservazioni – ha detto il sottosegretario – quindi altre fasi. La consultazione inizia ora. Esiste anche la possibilità che qualche territorio si proponga, perché ci sono in ballo investimenti per un milione e mezzo di euro. Il deposito sarà grande 10 ettari, su un’area di 150. I rifiuti saranno sistemati in sicurezza, nell’ambito di un polo tecnologico d’energie rinnovabili. Produrrà lavoro e compensazioni importanti. Se nessuno si farà avanti, è comunque difficile importo a chi ha presentato motivazioni”.
“Morassut – ribatte Biagioli – sbaglia quando dice che il deposito produrrà lavoro e compensazioni importanti. Il deposito non porterà alcuna ricchezza e rappresenterà soltanto un impoverimento per le produzioni locali e l’immagine del territorio. E a quel punto delle compensazioni non sapremo proprio cosa farcene”.
Daniele Camilli