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 Il sindaco Giovanni Arena |
Viterbo – “Per il finanziamento Arera non ci sono le condizioni e penso che in questo momento nessuno ritengo che possa dare credito al una società in questa situazione”. Talete, nel giorno del consiglio comunale straordinario, il sindaco Giovanni Arena profila un quadro non proprio rassicurante per il soggetto che nella Tuscia gestisce il servizio idrico.
È la sorta di relazione iniziale, prima che i vari gruppi presentino gli ordini del giorno. Per capire come sarà il futuro, al momento piuttosto incerto.
Di sicuro nell’immediato va nominato il nuovo consiglio d’amministrazione. Il vecchio si è dimesso e al suo posto potrebbe arrivare l’amministratore unico. Figura che costerebbe molto di più.
Poi c’è l’adeguamento tariffario. Proposto dai vecchi amministratori e quindi congelato insieme a loro. Incertezza tanta.
“Quel piano – ricorda Arena – io non lo ritenevo molto incisivo per una ripresa della società. Non si può considerare l’aumento delle bollette la panacea di tutti i problemi e non ce l’ho solo con gli amministratori, pure i sindaci possono avere responsabilità”.
Nei piani c’era la richiesta di un finanziamento ad Arera. Pare allontanarsi, se non del tutto sfumato. “Era subordinato a tre condizioni – ricorda Arena – l’entrata dei comuni ancora fuori in Talete, un piano economico più efficace e un adeguamento delle tariffe. Due condizioni non sussistono.
Alcune amministrazioni hanno fatto ricorso al Tar per non cedere il servizio e la regione non è stata in grado, magari dialogando, di portarle all’interno”.
Che arrivino soldi da altre parti, il primo cittadino la vede dura. “Nessuno penso che in questo momento possa dare credito a una società in queste condizioni. Una volta c’era la Cassa di risparmio di Viterbo che veniva incontro alle realtà locali”. Come tale non c’è più da tempo.
Il sindaco si sofferma sui costi gravosi nella gestione di Talete, come i dearsenificatori, fino a nove milioni l’anno per la manutenzione, parla della bolletta unica provinciale e quindi la nuova governance. Non vedrebbe male l’amministratore unico. Figura lontana dalla politica.
“L’amministratore unico – osserva Arena – è scevro da pressioni politiche. Queste però sono considerazioni mie, potrei ricredermi nel corso della discussione con i colleghi. Oltretutto, costerebbe più dell’attuale cda, perché si tratta di un professionista e un maggiore costo andrebbe dimostrato che è un investimento a beneficio della collettività”.
Solo l’inizio di un lungo dibattito. Ogni gruppo sostanzialmente ha il suo ordine del giorno, la sua ricetta per far uscire Talete dalle secche. Anche più di una.
Giuseppe Ferlicca