I tredici arrestati nel blitz della Dda del 25 gennaio 2019
Viterbo -Mafia viterbese, al via il processo bis per boss e sodali condannati complessivamente a quasi 80 anni di carcere lo scorso 11 giugno. E’ fissata alle ore dieci di questa mattina, presso l’aula di corte d’assise d’appello di Roma, la prima udienza del processo di secondo grado per i “dieci” già condannati in primo grado tra i tredici arrestati nel blitz dell’operazione Erostrato del 25 gennaio 2019.
Tutti pronti, a partire dai boss Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi, a chiedere una riforma della sentenza di condanna per associazione di stampo mafioso inflitta l’11 giugno 2020 col rito abbreviato dal gup Emanuela Attura del tribunale di piazzale Clodio.
In appello, coi vertici del presunto sodalizio, sono ricorsi anche la compagna di Trovato, Fouzia Oufir, il pentito Sokol Dervishi, Gazmir Gurguri, Gabriele Leazza, Spartak Patozi, Shkelzen Patozi, Luigi Forieri e anche la commessa di Trovato, Martina Guadagno, l’unica assolta otto mesi fa dall’accusa di associazione di stampo mafioso e rimessa in libertà dopo la condanna a due anni e quattro mesi in primo grado per il solo reato di favoreggiamento.
A Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi le pene più alte: sono stati condannati rispettivamente a 13 anni e 4 mesi e a 12 anni di carcere.
“Le indagini – secondo le motivazioni del gip Attura – hanno consentito di accertare che il sodalizio guidato da Trovato e Rebeshi esprime verso l’esterno la forza intimidatrice con concreti atti, tipici delle organizzazioni mafiose storiche”.
“Perché noi dobbiamo terrorizzare tutti”
“Perché noi dobbiamo terrorizzare tutti, hai capito?”, dice il boss Trovato alla compagna Fouzia Oufir, anche lei riconosciuta partecipe dell’associazione di stampo mafioso. Per il gip Attura la frase è “il manifesto del metodo con il quale gli associati intendono imporre la sopraffazione nella realtà viterbese”.
Due anni di attentati e intimidazioni
Due anni di attentati e intimidazioni, il 2017 e il 2018, 53 gli episodi contestati, in una escalation di violenza che nel giro di pochi mesi ha creato un grandissimo allarme sociale in città, tanto che tra le parti civili del processo figura anche il comune capoluogo, cui è stata riconosciuta una provvisionale di 30mila euro.
Sono 47 le parti offese individuate dagli investigatori, 19 delle quali si sono costituite parte civile, per oltre duecentomila euro complessivi di provvisionali. Ottomila euro all’associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” e altrettanto allo sportello Sos Impresa Lazio.
Macchine bruciate e teste mozze d’agnello
L’obiettivo di Dervishi e Trovato, almeno all’inizio, sarebbe stato quello di imporre con le buone o con le cattive la propria supremazia nei settori dei locali da ballo e dei compro oro, dove entrambi avevano interessi imprenditoriali. Strada facendo la banda si è “incattivita”, alzando il tiro e prendendosela anche con investigatori, avvocati, politici, imprenditori radicati da anni nel tessuto economico del capoluogo e anche della provincia.
Sono destinate a restare nella storia le intimidazioni a suon di macchine bruciate oppure teste d’agnello o di maiale mozzate, acquistate in macelleria e poi posizionate ben in vista sulle saracinesche o i cofani delle auto delle vittime. Oppure i lumini da morto davanti alla serranda di un compro oro e gli spari sulla vetrina di un altro.
Silvana Cortignani
Le nove condanne in primo grado per associazione di stampo mafioso
– Giuseppe Trovato, 13 anni e e 4 mesi (14mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa)
– Ismail Rebeshi, 12 anni (12mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa)
– Spartak Patozi, 8 anni e 8 mesi (8mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 16 anni (20mila euro di multa)
– Luigi Forieri, 8 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 12 anni e 4 mesi
– Gabriele Laezza, 8 anni (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 14 anni (16mila euro di multa)
– Shkelzen Patozi, 8 anni (4mila euro di multa), L’accusa aveva chiesto 14 anni (10mila euro di multa)
– Gazmir Gurguri, 7 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi
– Sokol Dervishi, 6 anni. L’accusa aveva chiesto 8 anni
– Fouzia Oufir, 5 anni e 4 mesi (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi (10mila euro di multa)