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Partito il centro di vaccinazione alla Grotticella: qui l’immunizzazione delle categorie prioritarie

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Viterbo – Le primule sulle pareti, simbolo dell'”Italia che rinasce”, o almeno ci prova, dalla lotta al Coronavirus. I box per i vaccini, preceduti dall’area accettazione per l’anamnesi. Poi la zona d’attesa e quella check out, dove prima di andare via si aspettano circa quindici minuti per eventuali reazioni.

Ieri primo giorno di attività del grande centro di somministrazione alla Grotticella a Viterbo, allestito dalla Asl in un salone parrocchiale da trecento metri quadrati interamente al chiuso e riscaldato. Intorno bagni e spogliatoi per permettere ai team di indossare o di liberarsi dei dispositivi di protezione.



Poco meno di trecento i medici liberi professionisti e le altre figure sanitarie, tutti under 55, che si sono sottoposti alla prima inoculazione del vaccino AstraZeneca. Il copione si ripeterà anche oggi e nei prossimi giorni. Poi è prevista l’attivazione, presumibilmente la prossima settimana, delle sedi di Tarquinia e Civita Castellana.

Al momento l’operatività non è a pieno regime e non sono previste prenotazioni: i camici bianchi, che non lavorano nel sistema sanitario regionale ma nel settore privato, vengono contattati direttamente dalla Asl. Si tratta di un periodo di rodaggio prima di diventare operativi al 100%, quando si avrà la possibilità di somministrare centinaia e centinaia di dosi al giorno. Ma a chi?

Un primo piano di Asl e Regione prevede che nei grandi centri si lavori per immunizzare le categorie prioritarie: insegnanti, forze dell’ordine e operatori dei servizi essenziali (gli autisti dei bus, ad esempio). Ma che hanno meno di 55 anni, come raccomandato dall’Aifa (anche se il tetto con molta probabilità verrà portato a 65). Il farmaco utilizzato sarà dunque quello AstraZeneca che, appena possibile, verrà dato pure ai medici di famiglia per vaccinare gran parte della popolazione nei loro studi. Quando la campagna diventerà di massa, infatti, gli hub della Asl, non solo di Viterbo ma di tutto il Lazio, non basteranno. Anche se nella Tuscia potrebbero diventare ben dodici.



Le altre quattro sedi già attive ma più piccole (quelle negli ospedali di Belcolle, Acquapendente, Civita Castellana e Tarquinia) invece saranno dedicate ai soggetti più deboli: si proseguirà con gli ultra 80enni in giù e con i preparati di Pfizer e Moderna. Queste sedi potrebbero più che raddoppiare con l’apertura di altri cinque punti già individuati. Un’organizzazione che dipende non solo dalla disponibilità dei vaccini ma anche dalle loro modalità di conservazione: più difficili quelle dei primi due sieri autorizzati, più semplici quelle di AstraZeneca.

Tutto questo mentre nella Tuscia il conto delle inoculazioni è arrivato a 13mila 816, di cui 6mila 233 immunizzati con doppia dose. Solo ieri sono state fatte 518 somministrazioni tra sanitari extra Asl, richiami e over 80. Gli anziani già vaccinati sono 4mila 284 su poco più di 13mila che si sono prenotati.

Raffaele Strocchia


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