Roma – “Giuseppe Conte è il leader naturale del Movimento. È l’unico in grado di unirci”. Con queste parole è intervenuto Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole e forestali, in un’intervista a Repubblica.
“Lo dico – ha proseguito Patuanelli – non solo per quello che ha fatto in questi tre anni da presidente del Consiglio, ma seguendo un ragionamento che mette al centro il percorso del Movimento in questa legislatura. I 5 stelle sono passati da forza di opposizione a forza centrale su cui costruire tre governi. Questo passaggio non ha un ritorno. Conte ha il profilo giusto per una rifondazione, non per una manutenzione straordinaria”.
“Il Movimento è nato ufficialmente nel 2009, ma in realtà il progetto dei 5 stelle esisteva grazie ai meet up dal 2005 – ha aggiunto il ministro delle politiche agricole -. Sono passati 15 anni e abbiamo sempre guardato al futuro. Quindi, quello che c’era va rinnovato. Serve una fase costituente. Quel che conta è che Giuseppe sia centrale. Saremo convincenti”.
Giuseppe Conte e Stefano Patuanelli
“Non bisogna affezionarsi alle etichette – chiarisce poi il senatore del Movimento 5 stelle – Io credo che temi come reddito di cittadinanza, salario minimo garantito, blocco dei licenziamenti in pandemia, transizione ecologica, ruolo dello Stato nell’indirizzo delle politiche industriali, siano quelli che contano. La scelta di campo è una conseguenza”.
“Faccio un ragionamento più ampio – conclude Patuanelli -: perché è caduto il Conte 2? Perché Renzi aveva due obiettivi: il primo era non consentire a Conte di occupare uno spazio politico che vuole occupare lui alle prossime elezioni, il secondo rompere l’asse tra M5S, Pd e Leu. Non dobbiamo consentire che questo secondo obiettivo venga raggiunto. È evidente che l’intesa deve rafforzarsi a ogni livello, locale, parlamentare, europeo”.