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Sui pc della professoressa: “Nessun sito a luci rosse”

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Giovanni Labate

Il difensore della prof, avvocato Giovanni Labate


Bagnoregio – Sui pc della professoressa bulla: “Solo ricerche ‘extra’ di canzoni di David Bowie”.

Lo ha detto il difensore Giovanni Labate, e lo ha fatto dire anche al perito informatico della procura, all’ultima udienza del processo a Giuseppina Castellani, quella fiume di giovedì, durante la quale sono state sentite cinque mamme e la preside dell’istituto onnicomprensivo “Agosti” di Bagnoregio. 

Un elemento importante per la difesa della docente di lettere sessantenne della scuola media della Teverina, originaria dell’Orvietano, finita a processo per maltrattamenti aggravati nei confronti di un alunno e dei suoi compagni di classe durante l’anno scolastico 2015-2016.

Quando tra fine inverno e inizio primavera di cinque anni fa l’insegnante fu denunciata dai genitori del tredicenne presunta vittima “prediletta” della prof e lei fu sospesa, furono anche posti sotto sequestro i due computer usati come registro di classe elettronico, uno dal 21 dicembre 2015 al 14 gennaio 2016 e l’altro dal 14 gennaio al 25 febbraio 2o16. 

Labate, al termine dell’udienza, ha chiesto l’acquisizione nel fascicolo del processo della perizia informatica disposta dalla procura sui due computer usati come registri elettronici dalla prof, sospettata di visitare siti pornografici, di cucina e di shopping durante la lezione, secondo quanto riferito dagli alunni che avrebbero anche inviato come prova ad almeno uno dei genitori una foto della cronologia scattata col cellulare.

“Di extrascolastico – ha detto il consulente tecnico Mauro Profili – è emersa solo una ricerca su un caso di cronaca legato al bullismo e la ricerca di canzoni di David Bowie su Youtube”.

Tutto sarebbe cominciato, secondo la testimonianza di una mamma, da un incontro con la prof avvenuto il 21 dicembre 2015. “Ero andata  alla recita di mio figlio minore, quando mi ha fatto cenno dalla finestra di salire. Ho pensato per lamentarsi che mio figlio era indisciplinato. Invece ce l’aveva con l’alunno i cui genitori l’hanno denunciata. Quando sono entrata nella stanza era agitatissima, aveva il trucco colato come se avesse pianto e le cadevano dalle mani gli orecchini che toccava nervosamente. ‘Lo sa cosa mi ha detto? Mi ha chiesto cos’è il sesso anale’, mi ha spiegato, alludendo al ragazzo“, ha detto.

“Ho subito ripreso mio figlio, ‘ma che domande fate?’. Al che lui, mentre tornavamo a casa in macchina, mi ha inviato su Whatsapp una foto della cronologia del registro di classe della professoressa, scattata mentre lei era in bagno, su cui compariva anche un sito pornografico, sicuramente casuale, ma anche riferimenti a cose di cucina natalizia, acquisti, shopping, cose non pertinenti con la scuola”, ha sottolineato, aggiungendo che, secondo i ragazzi, avrebbe trascorso molto tempo incollata al pc durante le ore di lezione.

Nulla di insolito, né tanto meno di pornografico, sarebbe però emerso dalla consulenza informatica disposta dalla pm Paola Conti, sui due pc utilizzati come registro elettronico dall’imputata  tra il 21 dicembre 2015 e il 25 febbraio 2016.

“Di extrascolastico – ha ribadito il perito sollecitato dall’avvocato Labate – è emersa solo una ricerca su un caso di cronaca legato al bullismo e la ricerca di canzoni di David Bowie su Youtube”.

Silvana Cortignani


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