|
Bolsena – Si chiamava Anna Maria Biancalana. Moglie, mamma e nonna. Un sorriso dolce spento a 79 anni.
È stata lei la prima vittima riconosciuta del Coronavirus nella Tuscia. Morta con Covid, in realtà, non di Covid.
Anna Maria è stata una dei tanti pazienti in cui il virus ha fatto da detonatore ad altri problemi di salute, fino a quel momento tenuti sotto controllo. Problemi al cuore, nel suo caso.
Era nata nell’Orvietano ma da sempre viveva a Bolsena. Quattro figli, sei nipoti, il marito imbianchino (da cui l’unico figlio maschio ha ereditato la professione), lei casalinga. Chi la conosceva, sapeva che Anna Maria era tutta fede e famiglia. Lasciava casa solo per i viaggi in Terra Santa, quando poteva.
A Belcolle era arrivata l’8 marzo 2020. Aveva tosse e febbre. Sei giorni di ricovero al reparto Malattie infettive dell’ospedale viterbese e poi la morte, nella serata del 14 marzo.
“È morta per arresto cardiocircolatorio, causato da un’importante patologia di cui soffriva – spiegò il sindaco di Bolsena Paolo Dottarelli -. Da sei giorni in ospedale, era risultata positiva al Coronavirus. Ma non era né in rianimazione né intubata. In serata c’è stata una complicazione delle sue condizioni di salute e poi uno scompenso cardiaco”.
Tutta Bolsena si strinse intorno al dolore della famiglia di Anna Maria Biancalana. La sofferenza di un paese smarrito: il Coronavirus aveva iniziato a uccidere, in Italia, il 22 febbraio 2020. Prima vittima, il 77enne di Vo’ Euganeo Adriano Trevisan.
Un pericolo realizzato davvero, nella Tuscia, solo quando, anche qui, è iniziata la tragica conta dei morti. A distanza di un anno, le vittime del Covid, compresi i pazienti morti con Covid, come Anna Maria Biancalana, sono 383.