| Sutri – In questo momento, di nuove chiusure per causa pandemia, incrocio nel mio girovagare all’interno dei miei archivi fotografici una cartella molto importante, perché ha tre asterischi come i tre Est Est Est del servo Martino scrisse del famoso vino di Montefiascone al suo padrone Defuk, ma quella è un’altra storia. Solo per dire che dentro la cartella c’è del buon materiale e di che tinta, per rafforzare il concetto.
Dico da sempre, che il linguaggio fotografico è chiaramente un linguaggio non verbale e che spesso corrisponde a cose che la parola stessa non sarebbe in grado di trasmettere con la stessa forza e intensità che arriva alla persona che il quel momento fissa l’immagine.
Questo invio massiccio di emozione, avviene perché la fotografia parla per conto del vissuto del fotografo e che si ritrova a divulgare una carica emotiva più alta rispetto ad un testo.
Ecco, io nel presentare le immagini del Mitreo di Sutri mi fermerei qui, perché le immagini che vi propongo in questo piccolo spazio delle Meraviglie della Tuscia parlano di una storia antica, vissuta dai nostri predecessori cui non serve nessun commento se non quello di preservare e tutelare questo nostro patrimonio artistico, che il mondo ci invidia, per altri secoli da qui in avanti in modo coerente e divulgativo per le generazioni che verranno.
Maurizio Di Giovancarlo / Tuscia Fotografia
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