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Mafia viterbese – Chiesta la conferma condanne, ma possibili alcuni “sconti”

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Mafia a Viterbo - I tredici arrestati

Mafia viterbese – I tredici arrestati nel blitz del 25 gennaio 2019


Viterbo – Mafia viterbese, nel vivo il processo d’appello al presunto sodalizio criminale italo-albanese dei boss Ismail Rebeshi e Giuseppe Trovato smantellato coi tredici arresti del blitz del 25 gennaio 2019 scattato su input della Dda di Roma. 

Il procuratore generale, nell’udienza di ieri, ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado per i dieci condannati col rito abbreviato lo scorso 11 giugno, nove dei quali pronti a chiedere la cancellazione della più grave delle accuse, ovvero l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma con una sorta di colpo di scena sembrerebbe avere poi lasciato spazio a una rimodulazione al ribasso delle pene, a partire dai sei anni inflitti al collaboratore di giustizia Sokol Dervishi.

“Gli appellanti, oltre all’associazione mafiosa, contestano anche l’aggravante dell’uso delle armi e l’entità delle pene, facendo una distinzione tra partecipanti e organizzatori, nel tentativo di separare le sorti degli uni e degli altri”, spiega l’avvocato Roberto Alabiso, che nella vicenda riveste il doppio ruolo di difensore di alcune delle 19 parti civili e a sua volta di parte offesa che si è costituita parte civile.

“Il procuratore generale, chiedendo la conferma delle condanne di primo grado, ha anche detto che per Dervishi Sokol si potevano applicare le attenuanti generiche e quindi la pena andava ridotta. Comprensibile, trattandosi di un pentito. Poi, però, alla fine, nelle ultime due frasi, ha invitato la corte a valutare ‘in considerazione della durezza della pena applicata’. In pratica ha chiesto la conferma della condanna, dicendo però che le pene erano pesanti. E questo non ha fatto per niente piacere alle parti civili”, spiega Alabiso.

I difensori delle parti civili hanno ribadito ieri sia la richiesta di conferma delle condanne di primo grado, sottolineando la pericolosità delle condotte messe in atto tra il 2017 e il 2018 a Viterbo dagli imputati, e il relativo allarme sociale, sia la richiesta di risarcimento dei danni provocati attraverso gesti intimidatori, attentati incendiari e quant’altro.

Il processo bis riprenderà il 7 aprile con le discussioni dei difensori, per concludersi il 5 maggio quando sono previste repliche e sentenza. 

Silvana Cortignani


Le nove condanne in primo grado per associazione di stampo mafioso
– Giuseppe Trovato, 13 anni e e 4 mesi (14mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa) 
– Ismail Rebeshi, 12 anni (12mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa)
– Spartak Patozi, 8 anni e 8 mesi (8mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 16 anni (20mila euro di multa)
– Luigi Forieri, 8 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 12 anni e 4 mesi
–  Gabriele Laezza, 8 anni (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 14 anni (16mila euro di multa)
– Shkelzen Patozi, 8 anni (4mila euro di multa), L’accusa aveva chiesto 14 anni (10mila euro di multa)
– Gazmir Gurguri, 7 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi
– Sokol Dervishi, 6 anni. L’accusa aveva chiesto 8 anni
– Fouzia Oufir, 5 anni e 4 mesi (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi (10mila euro di multa)


La macchina divorata dalle fiamme - Nel riquadro, l'avvocato Roberto Alabiso

La macchina dell’avvocato Alabiso (nel riquadro) incendiata dal sodalizio criminale 

 


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