- Viterbo News – Viterbo Notizie – Tusciaweb – Tuscia News – Newspaper online Viterbo – Quotidiano on line – Italia Notizie – Roma Notizie – Milano Notizie – Tuscia web - https://www.tusciaweb.eu -

Il medico legale degli Arcuri: “Andrea Landolfi e Sestina non sono caduti insieme…”

Condividi la notizia:

Maria Sestina Arcuri

Maria Sestina Arcuri


Ronciglione – Morte di Maria Sestina Arcuri, riprende già oggi, due giorni dopo l’udienza fiume di lunedì, il processo per presunto femminicidio a Andrea Landolfi.

Salvo imprevisti, saranno sentiti gli ultimi due testimoni della difesa. La discussione è stata già fissata per il 14 e il 15 giugno, mentre per il 28 giugno è prevista la sentenza. Il presunto delitto risale alla notte tra il 3 e 4 febbraio 2019.

Landolfi è in carcere dal 25 settembre 2019, dopo il via libera all’arresto da parte della cassazione, con cui si è concluso il lungo braccio di ferro tra accusa e difesa che ha fatto seguito al no del gip Francesco Rigato del tribunale di Viterbo alla richiesta di misura di custodia cautelare del pubblico ministero Franco Pacifici e del procuratore capo Paolo Auriemma.


Caterina Acciardi e Vincenzo Luccisano

Caterina Acciardi con l’avvocato Vincenzo Luccisano


Nel corso dell’udienza di lunedì, cui erano presenti i genitori della vittima, Domenico Arcuri e Caterina Acciardi, parti civili con l’avvocato Vincenzo Luccisano assieme ai due fratelli di Sestina, è stato ascoltato anche il medico legale della famiglia.

Davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Gaetano Mautone la dottoressa Marina Focardi, che di recente si è occupata del caso dei coniugi uccisi, fatti a pezzi e chiusi in due valigie a Firenze. 

La consulente ha detto di condividere appieno le conclusioni dei professori Mauro Bacci e Massimo Lancia che hanno effettuato l’autopsia per la procura dopo l’espianto degli organi autorizzato dalla famiglia quando è stata dichiarata la morte cerebrale della vittima, il 6 febbraio 2019 a Belcolle dopo un disperato tentativo di salvarle la vita con un intervento chirurgico.

Incompatibili con un rotolamento dalle scale le lesioni riportate da Sestina, che sarebbe dunque caduta per precipitazione, una caduta verticale da un’altezza di tre metri. A dirlo anche le lesioni riportate da Landolfi: “Non sono compatibili con una caduta per le scale assieme alla vittima”. Andrea non avrebbe potuto farsi solo quattro graffi. 


“Se fosse caduta per le scale avrebbe avuto anche lesioni esterne”

Secondo Focardi la caduta della 26enne, alta circa 1,60 metri e dalla corporatura esile, è stata una caduta libera che si è arrestata su una superficie piana anelastica, con colpo alla zona posteriore del cranio e contraccolpo in zona lombo-sacrale, riportando il trauma cranico occipitale causa del decesso.

“Se Sestina fosse caduta per le scale – ha spiegato la consulente – avrebbe riportato importanti lesività esterne, come escoriazioni, contusioni e ferite lacero contuse o anche un trauma cranico, pure fratturativo, ma senza colpo e contraccolpo”. 

Sollecitata dalla difesa, il medico legale ha poi detto che, come il pavimento, anche una parete o un gradino sono una superficie piana anelastica. Focardi non ha quindi escluso che Sestina possa avere sbattuto prima la zona lombo-sacrale e poi la testa, e non viceversa, “volando” giù dal basso parapetto delle scale.

“Forse le ecchimosi sacrali non sono secondarie al colpo nella zona occipitale del cranio – ha ammesso, facendo però notare – ma Sestina a 26 anni era troppo giovane per procurarsi la frattura del bacino con un urto sul muretto, come può accadere in caso di osteoporosi”.


“Sestina poteva parlare, ma non fare conversazione”

“Sestina, dopo la caduta, era in grado di parlare?”, le hanno chiesto gli avvocati Daniele Fabrizi e Serena Gasperini, che difendono Landolfi anche dall’accusa di omissione di soccorso, per avere chiamato il 118 soltanto dopo quattro ore. 

“Di parlare forse sì, ma non di deambulare – secondo la perita di parte civile – è ipotizzabile già nell’immediatezza una obnubilazione, un’alterazione dello stato di coscienza, anche se può esserci stato un aggravamento. Non so se dopo una-due ore potesse parlare, sicuramente non fare una conversazione. Poteva rispondere non in senso compiuto, non con frasi articolate, pronunciando una-due parole”.

Impossibile dire in quali condizioni fosse Sestina all’arrivo dei sanitari del 118. “Le hanno assegnato una scala di coma 10-11, sotto 8 c’è l’intubazione, ma non so come ci siano arrivati, sulla base di quali risposte, perché non c’è scritto sul verbale”. 


Andrea Landolfi

Andrea Landolfi


“E’ stata Maria Sestina a spingermi per le scale, durante una scenata di gelosia…”

Nel corso dell’udienza fiume di lunedì, che si è conclusa alle cinque del pomeriggio dopo circa sei ore di dibattimento serrato, il pugile e operatore sociosanitario 32enne romano ha rilasciato spontanee dichiarazioni, dichiarandosi innocente e affermando che è stata Sestina a dargli una spinta (durante un litigio causato dalla gelosia della giovane per la cameriera del pub dove la coppia avevano concluso la serata di domenica assieme al figlioletto di lui). 


La criminologa Roberta Bruzzone: “Manipolata la versione del figlio di Landolfi”

Sono stati inoltre sentiti i primi due dei quattro consulenti nominati dagli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi per l’imputato: la nota criminologa forense Roberta Bruzzone e la psicologa di parte Cecilia Forenza, rispettivamente sull’attendibilità della testimonianza del figlioletto di Landolfi (che aveva cinque anni quando la 26enne è precipitata dalle scale di casa della nonna del fidanzato a Ronciglione) e sull’attendibilità del supertestimone del pub (il 32enne affetto da ritardo mentale che ha riferito della lite e della volontà della vittima di chiudere la sera stessa la relazione andando a dormire in un bed and breakfast).

Questa mattina sarà la volta, sempre per la difesa Landolfi, dell’ingegnere Giuseppe Monfreda e del medico legale Massimo Mansutti, rispettivamente sulla dinamica e sull’autopsia. 

 Silvana Cortignani


Giallo di Ronciglione - La criminologa Roberta Bruzzone con gli avvocati Serena Gasperini e Gianluca Fontana

La criminologa Roberta Bruzzone con gli avvocati Serena Gasperini e Gianluca Fontana


Condividi la notizia: