Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
Ronciglione – Morte di Maria Sestina Arcuri, l’attendibilità dell’interrogatorio del figlioletto di Andrea Landolfi passato al setaccio dalla criminologa Roberta Bruzzone. Doppia udienza del processo al pugile romano 32enne accusato dell’omiciido della fidanzata precipitata dalle scale. Si torna in aula il 29 e il 31 marzo per sentire i quattro superconsulenti della difesa.
“Sono felice”. Il 30 gennaio 2019, una settimana prima della morte, Maria Sestina Arcuri lo avrebbe detto a un’amica: “Sono felice, sono contenta”. E’ uno dei testimoni della difesa di Andrea Landolfi Cudia i cui verbali di sommarie informazioni sono stati acquisiti nel fascicolo del processo senza che dovesse deporre in aula.
La prossima settimana si preannuncia intanto decisiva per la difesa del pugile romano 32enne accusato di omicidio volontario e omissione di soccorso per la morte della fidanzata 26enne precipitata dalle scale di casa della nonna, in via Papirio Serangeli a Ronciglione, la notte tra il 3 e il 4 febbraio di tre anni fa.
Due le udienze in programma, lunedì e mercoledì, davanti alla giuria popolare presieduta dal giudice Gaetano Mautone, a latere Roberto Colonnello.
Si comincia con uno dei pezzi da novanta del team difensivo degli avvocati Daniele Fabrizi e Serena Gasperini, forti di quattro consulenti. Subito in aula la nota criminologa forense Roberta Bruzzone. Poi toccherà alla psicologa di parte Cecilia Forenza, quindi saranno sentiti l’ingegnere Giuseppe Monfreda e il medico legale Massimo Mansutti.
Parlerà del figlio di Landolfi la criminologa Bruzzone
La criminologa Roberta Bruzzone sarà sentita in merito alla testimonianza del figlioletto di Landolfi, interrogato alla presenza della madre il 26 febbraio 2019 quando aveva cinque anni, che secondo il pm Franco Pacifici e la psicologa della procura Daniela Viggiano avrebbe messo all’angolo il genitore, mimnado il gesto del lancio della vittima.
“Il bambino è stato traumatizzato”, ribadisce l’avvocato Gasperini, forte della nota presentata dalla legale della madre che ha fatto saltare l’interrogatorio del piccolo previsto lo scorso 18 ottobre. Nella nota, letta in aula, si rappresentava che “il minore non è in grado di rendere testimonianza a causa del disturbo post traumatico da stress, che gli ha provocato un radicale cambiamento nel comportamento e potrebbe avere compromesso il suo sviluppo psico-emotivo”.
“Lo squalo che ha fatto non era certo il padre, che non vedeva da un anno e passa. Lo squalo è qualcuno che in quel momento ti sta mangiando e ti fa paura. I test inoltre dicono, tecnicamente, che la relazione con la madre, la prima a raccogliere in due registrazioni fatte in casa la sua testimonianza, è una ‘relazione malevola’. Il padre è ‘abbandonico’, col padre è arrabbiato perché si sente abbandonato. Non ha paura del padre, non puoi avere paura di una persona che non c’è. Si ha paura invece delle persone che ti circondano”, sottolinea il difensore.
Dai domiciliari al carcere il “supertestimone” Cipollini
A proposito di supertestimoni: “Ci risulta – dice Serena Gasperini – che sia nuovamente recluso in carcere, nel penitenziario romano di Rebibbia, Claudio Cipollini Macrì”. E’ il 46enne romano che si è laureato in giurisprudenza dietro le sbarre, alias “zio Rocco”, cui Landolfi avrebbe confidato, a dicembre 2019 nel carcere di Regina Coeli, di avere scaraventato dalle scale Sestina. Il pubblico ministero Pacifici, nell’udienza del 20 maggio 2020, ha chiesto l’acquisizione di una relazione, ma la corte d’assise ha detto no. All’epoca Cipollini era ai domiciliari.
Sempre lunedì sarà sentita anche la psicologa forense Cecilia Forenza della Sapienza di Roma, relativamente al supertestimone del pub, il trentenne affetto da deficit cognitivo cui Sestina avrebbe detto, dopo avere litigato con Andrea nel locale, di voler chiudere per sempre e di volerlo lasciare la sera stessa, andando a dormire in un bed and breakfast. Secondo la psicologa della procura Miria Brinchi il giovane era capace di intendere e di volere e in grado di testimoniare, non secondo la psichiatra Cristiana Morera, la consulente super partes nominata dal tribunale, la cui perizia è stata depositata nei giorni scorsi. Il 29 marzo parlerà la perita di parte.
Martedì sarà invece la volta dell’ingegnere Giuseppe Monfreda e del medico legale Massimo Mansutti, dopo di che, chiusa l’istruttoria, salvo imprevisti, saranno fissate le date delle udienze per la discussione.
Silvana Cortignani