Viterbo – Non solo a Sutri. In tutta la Tuscia sono trenta i casi con variante del Coronavirus. L’ufficialità è arrivata nelle scorse ore dall’istituto Spallanzani di Roma a cui la Asl di Viterbo aveva inviato una serie di campioni sospetti prelevati negli ultimi giorni su pazienti risultati positivi.
Si tratta di trenta casi accertati ma, considerando che a livello nazionale e regionale le mutazioni sarebbero predominanti rispetto al ceppo originale, si ipotizza che la percentuale di varianti sugli attualmente infetti nella Tuscia sia più alta di quella ufficializzata.
Sui trenta casi si tratta del 95% di mutazione inglese, mentre per il restante 5% di brasiliana e nigeriana. I pazienti sui quali è stata riscontrata la variante hanno meno di 80 anni e la diffusione risulta omogenea su tutto il territorio provinciale. Non più di una decina i casi riscontrati a Viterbo città.
“Nelle scorse settimane – riepiloga la Asl – sono stati inviati allo Spallanzani una serie di campioni prelevati su persone risultate positive. I loro casi, infatti, rientravano nei parametri stabiliti dal ministero della Salute e dalla regione Lazio circa un approfondimento sulle varianti del Covid-19”.
Per chi ha contratto la mutazione i protocolli per il decorso dell’infezione sono differenti. “Devono restare in isolamento per almeno quattordici giorni – spiega la Asl – per poi essere sottoposti a un tampone molecolare. Da subito questi cittadini sono stati trattati come pazienti con variante, pur essendoci un mero sospetto e ancora nessuna ufficialità da parte dello Spallanzani. Ora anche i casi secondari che si sono sviluppati o che si dovessero sviluppare da queste persone verranno trattati come pazienti con variante”.
Quello di Sutri è stato il primo comune della Tuscia a rendere nota l’individuazione della mutazione inglese su un suo cittadino. “Tale variante – ricorda l’amministrazione – ha come caratteristica una maggiore facilità di trasmissione”. Fondamentale in questa lotta al virus sono le vaccinazioni e le iniezioni monoclonali che a partire dai prossimi giorni si potranno fare anche nella Tuscia e sarebbero efficaci contro le mutazioni.
Raffaele Strocchia