Viterbo – Coronavirus, la possibilità di vaccinarsi in farmacia sembra essere lontana. Non solo perché le dosi a disposizione sono ancora troppo poche e neppure per l’attuale rallentamento della campagna di profilassi a causa dello stop ad AstraZeneca.
Salvatore Menditto
Salvatore Menditto, presidente dell’ordine dei Farmacisti viterbesi, spiega che “mancano ancora i protocolli. Ci servono regole e tutele. Non sappiamo neppure se verremmo impiegati come forza lavoro nei centri già attivi o se dovremmo fare le somministrazioni direttamente nelle farmacie. In tal caso non tutti i locali sarebbero idonei, essendo alcuni estremamente piccoli. Poi dobbiamo essere formati: il farmacista non è abilitato a fare iniezioni intramuscolo, essendo questo un atto medico”.
Qualora tutto ciò venga chiarito, che farete?
“A quel punto saremo subito pronti ad attivaci. Ma ribadisco: le vaccinazioni dai farmacisti non sono già realtà, ma una mera ipotesi qualora si arrivasse a una campagna di massa che prevede l’impiego di tutti i soggetti possibili e inimmaginabili”.
Che percentuale di adesione si aspetta?
“Non lo so dire, ma sono sicuro che un ruolo fondamentale lo giocherà il livello di tutele”.
Quanti sono, invece, i farmacisti viterbesi già vaccinati?
“Questa è una nota dolentissima. I farmacisti sono tra le figure che hanno contatti con il pubblico e quindi sono ad alta esposizione, ma la campagna di profilassi ha subito più di un rallentamento e più battute d’arresto. Ad oggi la percentuale è bassa, perché non tutti i colleghi che vogliono immunizzarsi sono stati vaccinati”.
Quindi non è un problema di adesione…
“No, la maggior parte dei farmacisti viterbesi è interessata. A tal proposito possono aggiungere una cosa che mi ha molto amareggiato?
Prego…
“Sembrerebbe che domenica nel Lazio sia stato il ‘Farmacista day’, ovvero il giorno in cui i farmacisti di tutti gli ordini regionali venivano vaccinati nell’hub di Roma Fiumicino. Ma agli ordini provinciali, tra cui quello di Viterbo, non è arrivata alcuna comunicazione dall’assessorato alla Sanità. Il tutto è stato effettuato solo sull’ordine dei farmacisti di Roma”.
Cosa pensa dello stop ad AstraZeneca?
“Si tratta di una sospensione cautelativa. A mio avviso è un atto dovuto da parte degli organi preposti, che così hanno anche dimostrato che sui farmaci anti-Covid i controlli ci sono. Ovviamente la situazione merita tutte le attenzioni del caso e sono sicuro che le indagini chiariranno se ci sia una correlazione tre le somministrazioni e le reazioni avverse registrate”.
Lei è già stato vaccinato?
“Sì, con AstraZeneca”.
Si sottoporrà alla seconda dose con serenità?
“Sì, ma ragionando con la freddezza della cultura sanitaria. Se il tutto verrà chiarito, e sono sicuro che sarà così, quando arriverà il momento del richiamo lo farò tranquillamente”.
Raffaele Strocchia