Viterbo – (raff.stro.) – Coronavirus, nessun sequestro del vaccino AstraZeneca nella Tuscia. A differenza di quanto accaduto in altre parti d’Italia, nel Viterbese non si sarebbe reso necessario alcun intervento delle forze dell’ordine per bloccare il lotto su cui l’Agenzia italiana del farmaco ha imposto il divieto di utilizzo.
Il provvedimento dell’Aifa è scattato “a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto Abv2856 (unico vietato, ndr)”. L’agenzia stessa, però, sottolinea che “al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”.
Un misura “precauzionale” dunque. Ma l’Aifa non esclude “di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema”. Inoltre fa sapere che si stanno “effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto superiore di sanità”.
Lotto che nelle settimane scorse sarebbe arrivato anche nella Tuscia e somministrato, ma circa venti giorni fa e senza gravi reazioni avverse.
Nel frattempo le vaccinazioni avanzano verso quota 32mila e le immunizzazioni hanno superato soglia 9mila. Ieri inoculazioni record nelle 24 ore: ben 909. Finora sono 13mila 615 gli ultra 80enni che hanno ricevuto almeno una dose. Gli approvvigionamenti, però, iniziano a scarseggiare. A lanciare l’allarme è l’assessore regionale alla Sanità, Alessio d’Amato: “Sono preoccupato poiché abbiamo un’autonomia delle dosi pari a una settimana”. Situazione analoga anche nella Tuscia: al momento ci sono fiale disponibili per una decina di giorni.