Roma – Due monitoraggi che mostrino che la curva dei contagi sia in discesa e un terzo che confermi l’abbassamento dell’indice di contagiosità. Sono queste le condizioni che permetteranno, se rispettate, di allungare almeno alle 23 l’orario del coprifuoco in Italia.
La chiusura per il coprifuoco
Il primo monitoraggio sarà già domani, venerdì 30 aprile, in cui, però, si prenderanno in considerazione i dati antecedenti all’entrata in vigore del nuovo decreto che ripristina le zone gialle e prevede la scuola in presenza per gli studenti anche in zona rossa.
Il secondo monitoraggio è previsto per il 7 maggio, e il terzo, quello più importante, tra due settimane, il 14 maggio. E proprio quella di metà maggio sarà una data fondamentale per capire se e in che modo le zone gialle e le relative riaperture abbiano influito sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 nel paese.
Alla luce dei dati che verranno analizzati il 14, la cabina di regia e le forze politiche di maggioranza si confronteranno sull’opportunità di spostare alle 23 o alle 24 l’orario per il divieto di circolazione. Se si tratterà di numeri positivi, già dal 17 maggio potrebbe esserci la possibilità di rimanere più a lungo in giro.