Viterbo – (sil.co.) – Feto nel cassonetto, la procura chiede 14 anni per l’infermiere accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Imputato il sessantenne Graziano Rappuoli, operatore sanitario di Tuscania, in servizio a Belcolle e addetto all’assistenza domiciliare nel 2013, quando reperì alla madre la ricetta falsa del Cytotec, farmaco grazie alla cui assunzione il 2 maggio di otto anni fa Elisaveta Alina Ambrus ha interrotto al settimo mese la gravidanza indesiderata.
La donna si è poi liberata del prodotto del parto, una bambina nata prematura, gettandola in un cassonetto dei rifiuti in via Solisti, al Salamaro, mentre l’infermiere l’accompagnava in ospedale in preda a un’emorragia.
La corte d’assise presieduta dal giudice Ettore Capizzi, a latere Giacomo Autizi, si è ritirata in camera di consiglio alle 13. Tempo previsto per la sentenza un paio d’ore.
– Feto nel cassonetto, l’ora della verità per l’infermiere accusato di omicidio