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Viterbo – Consiglio comunale |
Viterbo – “Rifiuti, appalto di soli due anni. Perché?”. È quello che si chiede Alvaro Ricci.
Il capogruppo Pd si è letto la proposta che deve passare in terza commissione e poi consiglio e gli è subito saltato agli occhi come, dopo le proroghe al vecchio appalto, quello ponte di un anno per dare tempo di predisporre il definitivo, l’amministrazione punta a una gara per un periodo ristretto. Due anni. Ancora una soluzione ponte, secondo Ricci, piuttosto perplesso. E a quanto pare non sarebbe il solo.
In maggioranza c’è chi di questo orientamento non sarebbe stato a conoscenza e fatica a “digerirlo”.
Due anni li ha decisi la politica o è una scelta tecnica? In ogni caso, per il capogruppo del Partito democratico non favorisce la partecipazione di aziende al bando.
“Due anni sono pochi – ha detto Ricci – per imprese che devono investire, anche in macchinari”. Solitamente si va sui cinque anni o sei, con la formula 3+3. Al terzo anno, se tutto è andato come doveva, c’è la conferma per un uguale periodo.
Nelle motivazioni riportate in delibera si spiegano le difficoltà nell’aumentare il porta a porta nelle zone C. Avrebbe un costo, si arriverebbe a 13 milioni di euro, il che farebbe aumentare la Tari.
Meglio passare per una fase transitoria, andando verso la tariffa puntuale. Senza risolvere nel frattempo il problema nelle zone periferiche, dove con le isole, la raccolta differenziata fa poca strada.
“Invece – ricorda Ricci – le isole andavano ridotte, realizzando piccoli ecocentri controllati, recintati e con personale. Magari conferendo con un microchip. Si poteva fare subito, individuando le aree idonee”.
L’orientamento è altro. Con la domanda che rimane: i due anni sono una scelta politica o tecnica? Anche per questo, la seduta di consiglio straordinario sui rifiuti, incentrata su quelli che arrivano da Roma, potrebbe prendere un’altra direzione, non meno polemica.
Giuseppe Ferlicca
Ricci (Pd): “Rifiuti: amministrazione immobile, arriva un altro appalto ponte“