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Monoclonali, a Belcolle prima terapia su un uomo ad alto rischio

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Viterbo – (r.s.) – Coronavirus, prima terapia monoclonale a Belcolle. L’infusione degli anticorpi è avvenuta ieri nel centro di somministrazione allestito nella palazzina D dell’ospedale di Viterbo. Ad effettuarla sono stati i medici e gli infermieri del team Uscovid della Asl su un uomo residente in provincia.


Coronavirus - A Belcolle prima somministrazione dei monoclonali

Prima somministrazione dei monoclonali a Belcolle


Il paziente, positivo al Covid, è stato ritenuto ad alto rischio. “Nel suo caso – spiegano dall’azienda sanitaria locale – il virus avrebbe potuto avere una severa evoluzione. Il trattamento riduce la possibilità di un peggioramento delle condizioni di salute e l’eventuale ricovero in ospedale”.

Con pazienti ad alto rischio si intendono, ad esempio, diabetici e dializzati, obesi e malati oncologici in terapia immunosoppressiva. È previsto anche l’uso per gli adolescenti tra i 12 e i 17 che soffrono di anemia falciforme, malattie cardiache e respiratorie, fra cui l’asma, e problemi del neurosviluppo. Ma in cima alla lista ci sono gli ultra 70enni.


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Il team Uscovid che ha eseguito la prima terapia monoclonale


La somministrazione deve avvenire preferibilmente entro 72 ore, e comunque non oltre dieci giorni, dalla comparsa dei sintomi del Covid, che non devono essere gravi. La prescrizione è appannaggio dei medici di famiglia, del pronto soccorso o dell’Uscovid e dei pediatri.

Sul fronte vaccinazioni, nella Tuscia è atteso per oggi il raggiungimento delle 50mila somministrazioni. Ieri è stato battuto un nuovo record: ne sono state fatte più di 1200, complice anche il centinaio di dosi inoculate dai medici di base. Questi ultimi, dopo uno stop e seppur ancora a piccoli passi, hanno ripreso a vaccinare sia con Pfizer che AstraZeneca.

Gli immunizzati sono quasi 15mila. Gli ultra 70enni che hanno ricevuto almeno una dose sono poco meno di 28mila.


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