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Ex Ilva, condannati a 22 e 20 anni Fabio e Nicola Riva

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Taranto – La corte d’Assise di Taranto ha condannato a 22 e 20 anni di reclusione Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva, tra i 47 imputati nel processo sull’inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico. Rispondono di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.


Ex Ilva

Ex Ilva


Tra i condannati, così come riferisce il Corriere della Sera, c’è anche Adolfo Buffo, ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, ed attuale direttore generale di Acciaierie d’Italia. È stato condannato a 4 anni, i pm avevano chiesto la condanna a 20 anni. A Buffo era contestata anche la responsabilità di due incidenti mortali sul lavoro. 21 anni di reclusione sono stati invece inflitti all’ex direttore del siderurgico Luigi Capogrosso e 21 anni e mezzo anche per Girolamo Archinà, ex consulente dei Riva per le relazioni istituzionali.

Tre anni e mezzo di reclusione sono stati inflitti dalla corte d’Assise di Taranto all’ex presidente della regione Puglia Nichi Vendola sempre nell’ambito del processo per il presunto disastro ambientale negli anni di gestione della famiglia Riva. Vendola è accusato di concussione aggravata in concorso, in quanto, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe esercitato pressioni sull’allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far “ammorbidire” la posizione della stessa agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’Ilva. Assennato è stato condannato a 2 anni.

Il processo Ambiente svenduto è nato a seguito del sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico dell’Ilva di Taranto e degli arresti avvenuti a partire dal 26 luglio 2012 su ordine del gip Patrizia Todisco. La pubblica accusa ha sempre parlato di inquinamento devastante per l’ambiente e per la salute.


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