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Landolfi verso la sentenza, in sospeso la nonna che avrebbe mentito per difenderlo

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Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri

Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri


Ronciglione – Morte di Maria Sestina Arcuri, Andrea Landolfi verso la sentenza mentre resta in sospeso la nonna che avrebbe mentito per difenderlo. 

A poche settimane dalla discussione del processo a Andrea Landolfi accusato dell’omicidio della fidanzata (si torna in aula il 14 giugno), il gip Giacomo Autizi si è riservato sull’opposizione alla richiesta di proroga delle indagini da parte del pm Franco Pacifici. Il pubblico ministero, come si ricorderà, ha iscritto nel registro degli indagati per omissione di soccorso, false dichiarazioni al pm e abbandono di incapace l’ottantenne, testimone oculare di quanto avvenuto nella sua abitazione di Ronciglione la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019, quando la 26enne è precipitata dalle scale. 

L’udienza, la prima di Autizi dopo il trasferimento dal dibattimento all’ufficio gip-gup (in seguito allo scambio di ruoli col giudice Francesco Rigato), si è tenuta ieri mattina a porte chiuse nell’aula 1 della sezione penale del tribunale di Viterbo.

Sul lato opposto del corridoio del pianoterra del palazzo di giustizia, rispetto all’aula di corte d’assise, la numero 7, nella quale si celebra il processo al pugile romano 32enne accusato di femminicidio, omissione di soccorso e lesioni gravi alla nonna, che avrebbe colpito con un pugno, fratturandole tre costole con una prognosi di 40 giorni, per allontanarla dalla vittima che l’anziana stava cercando di soccorrere. 


 

Mirella Iezzi, nonna di Andrea Landolfi

Nonna Mirella dopo l’udienza del 25 novembre 2020


Lo scorso 25 novembre, Mirella Iezzi avrebbe dovuto essere sentita come testimone. Testimonianza poi saltata, nonostante la nonna di Landolfi abbia ribadito fino all’ultimo di volere essere interrogata.

“Ero pronta a testimoniare, volevo testimoniare”, ha detto mentre lasciava il tribunale. Sarebbe stata pronta a ripercorrere passo passo, davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Gaetano Mautone, quell’interrogatorio dell’8 marzo 2019, giorno della festa della donna, quando è stata sentita a sommarie informazioni per otto ore in procura dal pm Pacifici.

Invece, dopo che la figlia Roberta, mamma dell’imputato, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, le parti hanno deciso, su richiesta dei difensori Daniele Fabrizi e Serena Gasperini, di acquisire le 80 pagine di verbali in cui l’anziana, unica testimone oculare assieme al figlioletto di Landolfi, ha strenuamente difeso la versione della caduta accidentale fornita dal nipote.

Ottanta pagine, più il video girato dagli inquirenti e le foto della presunta scena del crimine contrassegnata dalle crocette apposte dall’anziana su richiesta degli inquirenti.

All’uscita, la delusione di nonna Mirella era palpabile: “Mio nipote è innocente. Ero pronta a testimoniare, per ribadire che Andrea è innocente”.

“L’unica cosa che avrei voluto chiedere alla nonna, più per una mia curiosità, è perché abbia detto ‘Io credo di essermi rotta le costole quando sono caduta di spalle’“, aveva detto poco prima alla corte d’assise il pm Pacifici. Lo avrebbe detto alla figlia Roberta che parlava del nervosismo di Andrea, durante una delle conversazioni telefoniche captate dagli investigatori, l’81enne avrebbe risposto: “Ma ti lamenti tu? Mi ha rotto tre costole”.

“La nonna ha mentito su tutto. Sia sulla dinamica della caduta, che lei sostiene essere avvenuta con il nipote. Sia sulle lesioni che lei stessa ha subito da parte del nipote, che aveva clamorosamente riferito di essersi procurata da sola, cadendo con la spesa e poi urtando contro un tavolo”, spiegava a giugno 2019 l’avvocato Vincenzo Luccisano, legale di parte civile dei genitori e dei due fratelli di Sestina, il giorno che il riesame ha confermato l’impianto accusatorio della procura. 

Silvana Cortignani


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