Mafia viterbese – Un attentato incendiario – Nei riquadri i boss Trovato e Rebeshi
Viterbo – Mafia viterbese, tour de force della difesa dei boss Ismail Rebeshi e Giuseppe Trovato al processo bis in corso davanti ala corte d’appello di Roma.
Ieri doveva essere il giorno delle difese dell’albanese Rebeshi e del calabrese Trovato, entrambi viterbesi d’adozione visto che nel capoluogo vivevano da anni e anni, assistiti rispettivamente dall’avvocato Roberto Afeltra del foro di Roma e dai legali Giuseppe Di Renzo e Tiziana D’Agosto del foro di Lamezia Terme.
Un’udienza fiume, che doveva iniziare alle 14 e che per problemi di collegamento video col carcere di Nuoro si è aperta alle 15,30, per poi proseguire a oltranza fino a circa le 19.
Hanno parlato per primi Di Renzo e la D’Agosto per Trovato e la compagna Fouzia Oufir, dopo di che è stata la volta dei due difensori del viterbese Gabriele Laezza, mentre per via dell’ora tarda è saltata la discussione di Afeltra per Rebeshi.
Ieri avrebbe dovuto essere anche il giorno della sentenza, slittata per ovvi motivi alla data del 7 giugno, così come la discussione del difensore del boss albanese.
Operazione Erostrato – L’arresto di Trovato il 25 gennaio 2019
Laezza: “Non boss mafioso, ma boss geloso”
Gabriele Laezza, il 33enne viterbese condannato a 8 anni di reclusione, noto agli amici come “Gamberone”, durante la discussione del processo di primo grado si è difeso sostenendo che dietro l’incendio dei furgoni della ditta di traslochi messi a segno la notte tra il 7 e l’8 gennaio 2018, cui ha preso parte con Trovato e un altro sodale, ci fosse soltanto un movente passionale, la gelosia del boss per la frequentazione da parte del titolare della ditta di una sua ex. Tesi sostenuta anche dal pentito Sokol Dervishi.
Trovato: “Semmai illecita concorrenza”
In primo grado, tredici anni e quattro mesi a Trovato. “Una condanna mite, se si considera la valanga di accuse a suo carico, relative a una cinquantina di estorsioni e danneggiamenti, stiamo parlando di numeri pazzeschi”, le prime parole del difensore Giuseppe Di Renzo.
Il legale, durante la discussione del processo di primo grado – celebrato col rito abbreviato, che si è concluso lo scorso 11 giugno con condanne complessive a 79 anni di carcere per i dieci imputati – aveva chiesto la derubricazione da associazione a delinquere di stampo mafioso a illecita concorrenza mediante minaccia o violenza oppure la riqualificazione del 416 bis in associazione a delinquere di tipo semplice e l’esclusione del metodo mafioso dai cosiddetti reati scopo.
Rebeshi: “Non è il criminale che è stato dipinto”
A Ismail Rebeshi, condannato a 12 anni, in primo grado era stata esclusa l’aggravante della recidiva. “Non è il criminale incallito che si è voluto dipingere. Dodici anni con 28 capi di imputazione più il 416 bis, più tutte le aggravanti, dopo essere partiti da 30 anni, sono già un grande risultato. Ma aspettiamo gli altri gradi di giudizio, che secondo me porteranno a una riforma della sentenza per quanto riguarda l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso”, il commento a caldo di Afeltra lo scorso 11 giugno.
Silvana Cortignani
Il camion della ditta di traslochi incendiato
Le condanne di primo grado e le richieste dell’accusa
– Giuseppe Trovato, 13 anni e e 4 mesi (14mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa).
– Ismail Rebeshi, 12 anni (12mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 20 anni (20mila euro di multa).
– Spartak Patozi, 8 anni e 8 mesi (8mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 16 anni (20mila euro di multa).
– Luigi Forieri, 8 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 12 anni e 4 mesi.
– Gabriele Laezza, 8 anni (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 14 anni (16mila euro di multa).
– Shkelzen Patozi, 8 anni (4mila euro di multa), L’accusa aveva chiesto 14 anni (10mila euro di multa).
– Gazmir Gurguri, 7 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi.
– Sokol Dervishi, 6 anni. L’accusa aveva chiesto 8 anni.
– Fouzia Oufir, 5 anni e 4 mesi (6mila euro di multa). L’accusa aveva chiesto 10 anni e 8 mesi (10mila euro di multa).
– Martina Guadagno, 2 anni e 4 mesi. L’accusa aveva chiesto 9 anni e 4 mesi.