Nimes (Francia) – Morte di Giuseppe Centamore, il 16enne annegato nella piscina di un camping in Francia. Attesa per la sentenza della corte di appello di Nimes fissata per giovedì 6 maggio.
Giuseppe Centamore
“Io e mia moglie saremo presenti come sempre – fa sapere Salvatore Centamore, padre del ragazzo -. Ci auguriamo che si possa mettere la parola fine a una dolorosa vicenda che ha impegnato, e sta ancora impegnando, la nostra capacità di resistenza al fine di ottenere, ad ogni costo, giustizia.
Cosa non facile – prosegue Centamore – in una vicenda dai contorni chiari per quanto attiene alle responsabilità ma foschi per quanto attiene alla condotta di tutti i responsabili, diretti e indiretti, dimostrando che la cattiveria umana è una cosa purtroppo sempre evidente. A compensarla ci sono stati parenti e amici che ci sono e ci stanno sempre vicini, unitamente all’opinione pubblica viterbese che sempre ricorda il luttuoso evento”.
Salvatore e Paola Centamore
L’ultima udienza è stata celebrata il 25 marzo scorso, sempre a Nimes. “La società La Petite Camargue (proprietaria del camping, ndr) – ha spiegato Centamore a margine dell’udienza – si è assunta le proprie responsabilità come persona giuridica e ha pagato un’ammenda allo stato. Il dibattimento è poi proseguito nei confronti dell’amministratore Sauvaire Bernard come persona fisica. La corte si è riservata di decidere nei suoi confronti e ha rinviato l’udienza al 6 maggio”.
Sia La Petite Camargue che il suo amministratore sono già stati condannati in primo grado. Ma hanno proposto appello, a differenza della società Diffazur (costruttrice della piscina) la cui condanna è passata in giudicato.
La piscina del camping
La tragedia di Giuseppe Centamore è avvenuta il 30 giugno del 2015 ad Aigues-Mortes , in Francia. Il 16enne ha perso la vita mentre stava nuotando. Il suo corpo è stato risucchiato da uno dei depuratori della piscina del campeggio in cui era in vacanza, ed è rimasto bloccato sott’acqua.
Per gli inquirenti si è trattata di morte per annegamento e la dinamica ricostruita nelle indagini è poi stata confermata dai risultati dell’autopsia. Un anno dopo, nel 2016, è arrivato anche l’esito delle perizie eseguite sulla piscina: Giuseppe è stato ucciso da un depuratore troppo potente.