Ylenia Lombardo
Viterbo – Trenta giorni per far luce sugli ultimi istanti di vita di Ylenia Lombardo, la 33enne uccisa e data alle fiamme lo scorso 5 maggio nel suo appartamento a San Paolo bel Sito, nel Napoletano. Trenta giorni è il termine entro il quale il medico legale Tommaso Balzano, nominato dalla procura di Nola, depositerà la relazione dell’autopsia che si è svolta ieri pomeriggio sul corpo della donna.
L’esame servirà a chiarire se Ylenia fosse già morta quando la camera da letto in cui si trovava è stata avvolta dalle fiamme o se sia morta proprio a causa del rogo. Il corpo è stato trovato semicarbonizzato all’interno del civico 69 di via Ferdinando Scala.
Secondo quanto finora ricostruito dagli investigatori, il suo assassino la avrebbe prima picchiata poi, forse nel tentativo di distruggere ogni prova, avrebbe dato alle fiamme la camera da letto dell’appartamento. È lì che la 33enne è stata trovata senza vita, bruciata dalla vita in su. A fare la macabra scoperta un gruppo di ragazzi che dal palazzo di fronte avrebbero visto il fumo e le fiamme uscire dalla finestra. Sono stati loro a precipitarsi in strada, a buttare giù la porta e a entrare in casa, per poi chiamare i soccorsi. Purtroppo per Ylenia non c’era già più nulla da fare.
Per la sua morte, il gip di Nola ha disposto la custodia cautelare all’interno di una struttura psichiatrico-giudiziaria per Andrea Napolitano, 38 anni, residente a San Paolo Bel Sito, che secondo l’accusa avrebbe prima ucciso e poi dato alle fiamme la donna. A casa dell’uomo sono stati ritrovati vestiti sporchi di sangue.
Ancora avvolto nel mistero, però, il movente. Così come il legame che legava la vittima al suo presunto carnefice. Stando a quanto contenuto nelle 15 pagine di ordinanza a firma del gip Daniela Critelli, i due sarebbero stati visti più volte insieme lungo le vie del piccolo centro nel Napolitano. Ma alla famiglia, di quella presunta relazione, Ylenia non avrebbe mai rivelato nulla. Anzi, parlava dell’uomo come di un corteggiatore fastidioso, che più volte aveva provato ad allontanare ma senza riuscirci.
Il 6 maggio scorso, la donna sarebbe dovuta tornare a Viterbo, dove vivono i suoi genitori e la figlia di 11 anni. I famigliari sono assistiti dagli avvocati Francescantonio Maffettone e Umberto Nappi.
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Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.