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“Ci sta a cuore la libertà religiosa, la libertà di espressione e di insegnamento…”

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Montefiascone – “Ci sta a cuore la libertà religiosa, la libertà di espressione e di insegnamento…”. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede, a margine dell’inaugurazione la prima edizione del festival dell’Ecologia Integrale a Montefiascone, è tornato sul ddl Zan e sulle dichiarazioni del primo ministro Draghi sulla laicità dello stato italiano.


Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede

Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede

“Ho rilasciato qualche ora fa un’intervista con cui ho cercato già di spiegare che cos’è successo – ha detto il cardinale Parolin, sollecitato dai giornalisti, non senza fermezza e una qualche durezza -. Ho tentato di  far rientrare questa vicenda nelle sue giuste dimensioni. Siamo pienamente d’accordo che lo stato italiano è uno stato laico. Io credo che il passo che è stato compiuto dalla Santa Sede va nel senso di esprimere una preoccupazione e credo che è lecito esprimere preoccupazione su un tema che ci sta a cuore che è quello della libertà religiosa, della libertà di espressione e della libertà di insegnamento.

A nostro parere, l’attuale testo del ddl Zan presentava delle difficoltà che erano relative agli accordi con la Santa Sede, ma il discorso va al di là del concordato. È un discorso che vale per tutti e tutte. Quindi ci siamo permessi di dire nell’iter di approvazione di questa legge, cercate di tenere presente anche queste altre esigenze che per noi sono imprescindibili”.

E poi sul fatto che è la prima volta che viene fatto riferimento al concordato.
“Forse in questa forma è la prima volta, sì. Almeno per mia conoscenza non ci sono stati altri interventi in questo senso. Ci pare importante perché è proprio un patto in cui le due parti si impegnano a mettere in esecuzione quello che è concordato, quello che è stato preso come impegno comune. Quindi ci sembrava anche una cosa abbastanza normale quello di poter dire va bene, su questo tema c’è un accordo, quindi su questo tema possiamo anche esprimere un nostro parere, esprimere una nostra preoccupazione”.

Sui dubbi che papa Francesco fosse o meno informato della nota verbale, dell’intervento della segreteria di stato stava per fare.
“Il principio è che di tutto quello che si fa, si informano sempre i superiori”.

Mentre con Draghi non c’è stato nessun colloquio. Parolin non si è sentito col primo ministro.
“No no, non ci siamo sentiti Draghi” ha detto Parolin.

E infine sulle aspettative del Vaticano dopo l’intervento della segreteria di stato.
“Non ci aspettiamo nulla. Ci aspettiamo che vengano prese in considerazione quelle esigenze che sono state espresse da noi ma che sono state espresse anche da moltissimi altre istanze. Non è che noi siamo intervenuti in un deserto. E non ci sono solo istanze cattoliche. C’era stato l’Avvenire che aveva ospitato moltissimi interventi anche di persone che non si riconoscono nel mondo cattolico, ma che da altri punti di vista avevano espresso delle preoccupazioni. Quindi, ci aspettiamo che adesso nel proseguo dei lavori, tengono conto anche di queste preoccupazioni”.


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