Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – “Ciao Valerio, ci ha lasciato Quarto Trabacchini”: ringrazio l’amico e compagno che mi ha inviato il messaggio, uno di quelli che incrocio magari solo il 25 aprile, con cui ho condiviso comune militanza, ma poi anche contrasti, divisioni, divaricazioni di percorsi tramutatisi in scissioni.
Viterbo – Valerio De Nardo
Eppure, nonostante queste lontananze, il messaggio mi è giunto prima che fosse pubblica la notizia, perché la scomparsa di Quarto rinnova un legame umano maturato nelle comunità politiche: la sua figura è stata infatti quella di una persona che ha saputo esserne parte costituente, animatore e punto di riferimento.
Era di scuola comunista, di quel comunismo italiano che dalle origini gramsciane era passato per Togliatti fino ad affermarsi pienamente nella fase berlingueriana e conquistare i giovani come lui, che della politica fecero una professione.
Quarto Trabacchini
Sì, è stato un professionista della politica, quando ciò significava prima di tutto rendere un servizio alla società, ed era innamorato di questa sua professione, che però era soprattutto una passione bruciante, una vera e propria esigenza di vita.
L’ho conosciuto nella stagione della sua esperienza parlamentare, attento ai temi del proprio territorio, che aveva vissuto prima da dirigente di partito e da consigliere comunale. Erano gli anni Novanta, a metà dei quali se ne andava – troppo giovane – Gemma Piacentini, che non è stata solo sua moglie, ma una compagna con cui aveva condiviso e condivideva anche il percorso politico: un dolore che lo ha segnato profondamente.
Nel ricordarli entrambi con vero affetto, mando il mio abbraccio altrettanto affettuoso ad Alessio.
Valerio De Nardo
Multimedia: Fotocronaca: I funerali di Quarto Trabacchini – Video: L’ultimo saluto
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