- Viterbo News – Viterbo Notizie – Tusciaweb – Tuscia News – Newspaper online Viterbo – Quotidiano on line – Italia Notizie – Roma Notizie – Milano Notizie – Tuscia web - https://www.tusciaweb.eu -

Metodo mafioso, al rush finale il processo a Pecci, Erasmi e Pavel

Condividi la notizia:

Mafia viterbese - Una delle vetture date alle fiamme (nei riquadri Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi)

Una delle vetture date alle fiamme – Nei riquadri i presunti boss Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi


Viterbo – (sil.co.) – Operazione “Erostrato”, potrebbe slittare la discussione prevista questa settimana del processo ai tre imputati Manuel Pecci, Emanuele Erasmi e Ionel Pavel cui viene contestata la “sola” aggravante del metodo mafioso e non il 416 bis.

Sulla carta sono previste due udienze, il 21 e il 25 giugno, ma l’avvicendamento tra i giudici Gaetano Mautone e Silvia Mattei alla presidenza del collegio, ufficializzato venerdì, potrebbe comportare un cambio di scaletta. 

Il processo, come si ricorderà, è in fase più che avanzata. Questo lunedì avrebbero dovuto essere sentiti gli ultimi testi della difesa Erasmi, per chiudere la fase istruttoria e dare il via alla discussione. Per il fine settimana sarebbe dovuta arrivare la sentenza. Si saprà il seguito questo lunedì, in sede di udienza. 

Pavel, Pecci e Erasmi gli unici dei tredici arrestati nel blitz del 25 gennaio 2019 contro “mafia viterbese” che abbiano scelto il rito ordinario.

Gli altri dieci sono stati giudicati con l’abbreviato in primo grado e pochi giorni fa la corte d’appello, pur rimodulando più o meno al ribasso la quasi totalità delle pene, ha confermato per tutti gli imputati tranne una l’aggravante dell’associazione a delinquere di stampo mafioso. 

Al centro il sodalizio criminale italo-albanese facente capo ai boss Ismail Rebeshi e Giuseppe Trovato che tra il 2017 e il 2018 ha messo a ferro e fuoco Viterbo, distinguendosi per una serie di atti intimidatori e attentati incendiari ai danni di imprenditori, professionisti, forze dell’ordine e politici.

Una scia di violenza e di ferocia senza precedenti che, nel corso di una escalation andata avanti mesi, ha suscitato in città un grandissimo allarme. Fino a che la banda non è stata sgominata dai carabinieri, coordinati nelle indagini dai pm Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci della Dda di Roma. 

L’unica assolta ad oggi da tutte le accuse, sia dal 416 bis che dal favoreggiamento, è l’ex commessa di compro oro Martina Guadagno, 33 anni, all’epoca dipendente del boss Giuseppe Trovato, pronta a chiedere l’indennizzo per ingiusta detenzione non appena la sentenza di secondo grado sarà passata in giudicato.


Condividi la notizia: