Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
Ronciglione – Omicidio volontario o tragica fatalità la morte di Maria Sestina Arcuri? Comincia questo lunedì il tour de force di accusa e difesa che avranno a disposizione due giorni, oggi e domani, per convincere la corte d’assise della colpevolezza o innocenza di Andrea Landolfi.
E’ il pugile e operatore sociosanitario romano 31enne accusato di avere provocato la morte della fidanzata Maria Sestina Arcuri facendola precipitare dalle scale di casa della nonna, a Ronciglione, la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019.
Parlerà per primo il pubblico ministero Franco Pacifici, che esporrà alla giuria popolare le sue conclusioni e farà le sue richieste, quindi la parola passerà alle parti civili e ai difensori Daniele Fabrizi e Serena Gasperini. Fra due settimane, il 28 giugno, la Corte d’assise si riunirà per il verdetto.
L’imputato, che durante il processo non è stato interrogato né dal pm Franco Pacifici né dai difensori Daniele Fabrizi e Serena Gasperini, si è dichiarato per l’ennesima volta innocente rilasciando spontanee dichiarazioni all’udienza dello scorso 29 marzo.
Accusato oltre che di omicidio volontario anche di omissione di soccorso, per avere chiamato il 118 solo dopo quattro ore, ha detto: “Le sono stato vicino finché è stato possibile, tutto il tempo possibile”.
“E’ stata Maria Sestina a spingermi per le scale, durante una scenata di gelosia”, ha ribadito, spiegando che avevano litigato per una cameriera del pub dove avevano concluso la serata di domenica trascorsa assieme al figlioletto di lui di cinque anni, l’unico testimone oculare con la nonna ottantenne Mirella Iezzi dell’accaduto. “La verità paga sempre, ho detto la verità, sono innocente“, ha concluso Landolfi, in carcere dal 25 settembre 2019.
Silvana Cortignani