Polfer in stazione
Orte – (sil.co.) – La fanno scendere dal treno perché senza biglietto, lei si strappa la camicia, si sdraia per terra e a seno nudo comincia a sbattere la testa sul pavimento della stazione davanti a tutti i passeggeri che in quel momento affollavano lo scalo.
E’ finita a processo davanti al giudice Roberto Colonnello per resistenza e minacce ai quattro agenti della Polfer intervenuti, ma la stessa accusa ne ha chiesto l’assoluzione, accordata dal giudice, in quanto l’imputata ha messo in atto una forma di resistenza passiva, non penalmente rilevante, facendo oltretutto del male a se stessa.
Senza contare che, anche se per fortuna non è accaduto niente di grave, c’è stato un momento in cui la vicenda poteva evolvere in tragedia.
Protagonista del parapiglia che si è scatenato alla stazione di Orte Scalo la mattina del 21 febbraio 2018 una donna d’origine nigeriana trovata dal capotreno nel bagno di un convoglio in partenza per Roma con i calzoni calati e la porta aperta. Forse anche a causa delle sue forme prosperose che non ne agevolano i movimenti, come ha fatto notare la difesa, indicando l’imputata, che era presente in aula.
“Il capotreno le ha chiesto se avesse il biglietto, ma lei non ce l’aveva e non voleva farlo. Allora ci ha chiamati per farla scendere. Lei ha subito dato in escandescenze, urlando ‘bastardi, ve la faccio pagare, chiamo mio marito'”, ha spiegato uno dei poliziotti.
“Siccome eravamo al binario 4 e nell’agitazione la donna poteva cadere di sotto mentre passava un treno, per toglierla dal contesto pericoloso e metterla in sicurezza, l’abbiamo portata a braccia dal sottopassaggio al binario uno, dove si è divincolata, strappata la camicia, è rimasta a seno nudo e davanti a tutti, bambini compresi, si è gettata a terra, cominciando a sbattere la testa sul pavimento”, ha proseguito il testimone.
“Si è calmata solo dopo che l’abbiamo portata in ufficio e abbiamo chiamato il 118, aiutandola a ricomporsi”, ha concluso l’agente, sottolineando come non fosse scontato il “lieto fine” e come l’imputata, gesti di autolesionismo a parte, abbia rischiato di farsi veramente molto male, se solo fosse scivolata sui binari mentre passava il treno.