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Picchia la moglie anche di fronte ai figli, la polizia: “Undici anni di violenze”

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Viterbo – “Nella Tuscia tre episodi di violenza di genere in pochi giorni”. Lo fa sapere Roberto d’Amico, neo capo di gabinetto della questura di Viterbo.


Viterbo - Questura - Roberto D'Amico e Alessandro Tundo

Roberto D’Amico e Alessandro Tundo


Il primo, come spiegato questa mattina in conferenza stampa, ha avuto come vittima una donna che sarebbe stata ripetutamente picchiata dall’uomo con il quale viveva. “Per undici anni, ossia dall’inizio della relazione, – spiega Alessandro Tundo, nuovo dirigente della squadra mobile -, la donna ha subito continue violenze fisiche e psicologiche dal marito. Le percosse dell’uomo, spesso ubriaco, avvenivano anche in presenza dei figli minori. Più volte la vittima è finita in ospedale, ma solo l’ultima ha trovato la forza di denunciare”.

I poliziotti della mobile, che su segnalazione dei sanitari del pronto soccorso si sono occupati del caso, hanno subito allontanato l’uomo dall’abitazione per poi notificargli il divieto di avvicinamento alla donna.

Provvedimento analogo, scattato sempre la scorsa settimana, per due giovani che avrebbero perseguitato con messaggi e chiamate le ex dopo la fine della relazione. “Le ragazze – afferma Tundo – avevano davvero paura. Una delle due, per giorni, è arrivata a ricevere 100\150 mail, sms e telefonate nelle 24 ore”.


Viterbo - Questura - Roberto D'Amico e Alessandro Tundo

La conferenza stampa in questura


Nei primi sei mesi del 2021 la questura di Viterbo si è occupata di 40 episodi di violenza di genere, 21 dei quali sono sfociati nel provvedimento del questore dell’ammonimento. “Ci troviamo di fronte – sottolinea D’Amico – a un fenomeno molto attuale e fortemente presente nella Tuscia, aumentato anche a causa del lockdown imposto dalla pandemia. Ma la nostra attenzione nella prevenzione e nella repressione resta altissima”.

“La risposta delle istituzioni c’è – fa eco Tundo -. È importantissimo fare rete con la procura, gli ospedali, i centri antiviolenza e le scuole. Il fenomeno, che riguarda indistintamente tutte le fasce d’età e le classi sociali, sta proliferando anche tra i più giovani. Prevenire a volte è difficile, per questo per noi è fondamentale il contributo delle vittime”.

Infine l’appello proprio alle vittime. “Hanno difficoltà a denunciare – dice D’Amico -, ma non è giusto continuare a subire questi comportamenti in famiglia o a lavoro o in ambito scolastico. Mettere fine alle vostre sofferenze è possibile”.


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