Gli arrestati a dicembre: Daniele Casertano, Domenico Palermo, Christian Lanari e Massimiliano Ciocia
Canino – Rapina alle poste di Canino, accolta la richiesta di giudizio immediato per il direttore e i presunti complici del colpo messo a segno lo scorso 28 novembre.
La prima udienza del processo è stata fissata il 19 ottobre davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei, ma gli imputati potrebbero anticipare i tempi, ricorrendo a riti alternativi come l’abbreviato e il patteggiamento, che in caso di condanna prevedono lo sconto di un terzo della pena. Sette gli arrestati.
Pochi giorni dopo la rapina, l’8 dicembre, sono finiti in manette i primi quattro, i pianificatori. Ai domiciliari Massimiliano Ciocia, 39enne di Vetralla, direttore dell’ufficio postale di Canino, ritenuto la “talpa” della banda; in carcere Christian Lanari, 41enne di Vetralla, presidente del club di tifosi gialloblù Us Viterbese 1908; in carcere anche Daniele Casertano, 47enne di Viterbo: e anche Domenico Palermo, 42enne di Marta.
Il 25 gennaio sono stati arrestati i tre esecutori materiali. Ai domiciliari Bruno Laezza, 37enne di Viterbo, e Roberto Gallo, 28enne di Marta; in carcere Riccardo Carloni Modesti, 25enne di Viterbo. Erano stati già fermati sulla Castrense, tre quarti d’ora dopo la fuga, da una pattuglia della polizia stradale. Ironia della sorte, sarebbero stati diretti a Montalto di Castro, per regalarsi un pranzo a base di pesce con una “mazzetta” pari a 1250 euro di banconote fresche di stampa trovata in loro possesso.
La “banda” avrebbe agito a compartimenti stagni. Gli esecutori materiali non avrebbero saputo dell’esistenza di Lanari, il direttore delle poste non sapeva chi sarebbero stati gli esecutori materiali. Ciocia avrebbe messo a punto la rapina con Palermo e Casertano, che gli sarebbero stati presentati da Lanari.
Il pm è Franco Pacifici, tra i difensori Enrico Zibellini, Giovanni Labate, Paolo Delle Monache e Luigi Mancini.
Canino – L’ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi
Tradito dalla taglia “small” il rapinatore solitario
Riccardo Carloni Modesti è il “rapinatore solitario” di modesta statura che, travestendosi da corriere e facendo irruzione all’ora di pranzo nell’ufficio del piccolo centro dell’Alta Tuscia si è fatto consegnare, pistola in pugno, la somma, a seconda delle versioni, di 170mila (per il direttore-basista) o di 44mila euro (per gli altri complici).
A tradirlo, tra le altre cose, sarebbe stata anche la taglia small. Roberto Gallo e Bruno Laezza, invece, avrebbero fatto da palo in macchina su una Punto di colore rosso.
Sulla Fiat Punto rossa ripresa dalla videosorveglianza, non c’era altro denaro oltre ai 1250 euro, né la pistola usata da Carloni Modesti, né la tuta blu indossata per travestirsi da corriere. Lui era seduto dietro, senza scarpe, come se avesse appena finito di cambiarsi. I pali sui sedili anteriori. Ma per l’appunto avrebbero avuto tutto il tempo di far sparire le prove e consegnare ai pianificatori il bottino.
Il giallo del bottino: 170mila o 44mila euro?
Il direttore Ciocia, come è noto, avrebbe dichiarato una somma “rapinata” di 170mila euro. Un bottino di molto superiore ai 44mila euro dichiarati dai tre presunti complici “pianificatori” Lanari, Palermo e Casertano.
Della refurtiva, ad oggi, sono stati rinvenuti solo i 30mila euro che il direttore aveva tenuto per sé, sorpreso dai carabinieri mentre cercava di portarseli via in macchina dall’ufficio postale, senza sapere di essere pedinato dagli investigatori, che hanno subito nutrito sospetti sul suo conto.
All’appello mancherebbero circa 130mila euro. I soldi che Casertano, Palermo e Lanari (Il quale avrebbe presentato i primi due al direttore) avrebbero chiesto qualche giorno dopo allo stesso Ciocia, minacciandolo di morte.
Silvana Cortignani

