Minori – immagine di repertorio
Viterbo – (sil.co.) – “Mamma si barrica in casa per non farsi portare via il figlio affetto da una grave patologia neurologica”. Sarebbe successo lunedì pomeriggio in un centro della Tuscia, secondo quanto denuncia Antonella Veltri, presidente dell’associazione DiRe-Donne in rete contro la violenza.
Il prelievo forzoso del bambino sarebbe stato disposto nell’ambito di un presunto caso di “alienazione parentale”, quando un genitore cerca di “cancellare” l’altro, privando il figlio dell’affetto del padre o della madre.
La madre del piccolo, che ha 7 anni, avrebbe fatto sei denunce per violenza e maltrattamenti in famiglia al tribunale di Treviso, tra il 2014 e il 2018. Tutte archiviate. Il tribunale civile, dopo una lunga battaglia legale tra i genitori, ha nominato un curatore e un tutore speciali, e alla fine ha disposto la collocazione del piccolo in una casa famiglia.
La donna, una quarantenne, avrebbe temuto per la salute del bambino che soffrirebbe per l’appunto di una grave patologia neurologica e per questo, cinque mesi fa, sarebbe scappata nel Viterbese, stante anche la vicinanza con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Antonella Veltri, presidente dell’associazione DiRe
Avrebbe aperto la porta di casa il nonno del piccino, trovandosi di fronte una quindicina di persone tra ambulanza, polizia di stato e vigili del fuoco, pronti a usare la fiamma ossidrica se necessario. La mamma si sarebbe asserragliata col bimbo in camera da letto, di cui avrebbero buttato giù la porta.
“C’è qualcosa di distorto in una società che permette che finiscano sotto processo i legami affettivi tra madre e figlio e resta indifferente all’uso della forza per allontanare bambini che possono opporsi solo con la loro disperazione”, spiega la consigliera DiRe Nadia Somma, nel blog che ha su il Fatto Quotidiano, preannunciando una mobilitazione durissima e permanente nei prossimi mesi.
Nadia Somma – Consigliera dell’associazione DiRe
“Ma se i tribunali non tutelano le vittime di violenza o i bambini, chi e che cosa stanno tutelando?”, dice ancora Somma, ricordando come da mesi le madri a cui sono stati sottratti figli, riunite in diversi comitati, manifestino davanti a prefetture, tribunali e questure di tutta Italia.
“La commissione sul femminicidio presieduta da Valeria Valente sta esaminando 1500 fascicoli e relazionerà su casi di vittimizzazione istituzionale. La ricerca del gruppo avvocate Dire è coerente con i risultati di un’altra indagine della commissione sul femminicidio presentata il 16 luglio scorso, che rivela scarsa formazione e specializzazione dei magistrati e la rimozione della violenza nei procedimenti civili. I giudici continuano a confondere la violenza con il conflitto”, conclude la consigliera nel suo blog.