Roma – Oltre 6 milioni di mascherine generiche al posto di quelle chirurgiche alla protezione civile, sequestrati 5,8 milioni di euro.
Roma – Guardia di finanza – mascherine al posto di quelle chirurgiche alla protezione civile
Militari del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del locale tribunale, su richiesta della procura della repubblica capitolina, avente ad oggetto la somma di oltre 5,8 milioni di euro, corrispondente all’importo complessivamente pagato a una società per la fornitura di mascherine nella prima fase dell’emergenza pandemica.
Il provvedimento è stato adottato sulla base delle risultanze acquisite nel corso dell’indagine coordinata dalla procura della repubblica di Roma ed eseguita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, avente ad oggetto due richieste di dispositivi sanitari avanzate alla società, nel mese di marzo 2020, dal dipartimento della protezione civile (poi gestite dal Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19).
Roma – Guardia di finanza – mascherine al posto di quelle chirurgiche alla protezione civile
“A fronte di ordinativi relativi a mascherine chirurgiche, intese come dispositivi medici – si legge nella nota delle fiamme gialle – la società ha fornito 6.612.000 mascherine filtranti 3 veli con elastici, classificabili, invece, come mascherine generiche, molto simili alle prime ma non idonee per uso sanitario, che sono poi state distribuite ai vari dipartimenti regionali di protezione civile.
Roma – Guardia di finanza – mascherine al posto di quelle chirurgiche alla protezione civile
Avuta contezza dell’evidente difformità tra il prodotto consegnato e quello richiesto contrattualmente e a seguito di richieste di chiarimenti formulate dalla parte pubblica – si chiarisce nella nota – il rappresentante legale della società, indagato per l’ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), ha tentato, in sede esecutiva, di dissimulare la diversità del prodotto fornito, anche richiedendo – solo successivamente e sfruttando la possibilità prevista dalla normativa emergenziale nel frattempo emanata – la validazione ai fini della commercializzazione, con istanza di valutazione in deroga all’Istituto superiore di sanità”.
Considerato che il prezzo di vendita era stato concordato con riguardo a un prodotto che avrebbe dovuto avere caratteristiche diverse, con conseguente danno patrimoniale arrecato alla pubblica amministrazione, è stato disposto il sequestro di somme pari all’intero importo pagato alla società, quale profitto del reato allo stato contestato.


