Barcellona – Da Montalto di Castro a Barcellona in solitaria con una vecchia bici. È la vacanza che si è scelto per quest’estate Gianmarco Sampietro, un 35enne ortano che ha deciso di lanciarsi all’avventura con l’idea di “arrivare fino a dove il fisico reggeva”.
Gianmarco Sampietro a Barcellona
Sampietro, di professione insegnante d’inglese, pratica sport regolarmente, ma in bicicletta aveva percorso solo “una decina di uscite nella zona intorno a Orte” prima di partire. Non certo una preparazione meticolosa per un viaggio del genere, ma il 35enne non si è fatto intimorire.
Conclusi gli impegni a scuola, il 5 luglio Sampietro ha inforcato la sua bici, una vecchia mountain-bike equipaggiata con ruote da strada, e da Montalto Marina si è messo in marcia lungo la costa del Tirreno in direzione Francia. E poi, “se reggevano le gambe”, Barcellona. Con lui solo una tenda per accamparsi la notte e un kit per le riparazioni d’emergenza, senza programmi prestabiliti. “Tanto – dice lui – non sai mai quale imprevisto può capitarti”.
Dopo 16 giorni, il 21 luglio il neo-bike traveler è arrivato a destinazione. Circa 1700 i chilometri percorsi in totale, con qualche “aiutino” in treno per superare le zone più impervie e pericolose, ma con un bel bagaglio di avventure e di fatica sulle spalle.
Eppure Sampietro non vuole sentir parlare d’impresa. “È vero che più di una volta avevo le gambe in riserva, ma col passare dei giorni mi sono reso conto che un viaggio del genere è più fattibile di quanto si creda – spiega -. Noi italiani vediamo questi tour in bici come se fossero chissà cosa, invece all’estero è pieno di persone che fanno cose molto più estreme e nessuno si stupisce”.
“Per esempio – racconta Sampietro – a Ventimiglia ho incontrato un ragazzo francese diretto a Roma, con una bicicletta tutta scassata, senza un soldo in tasca e pieno di ferite perché era anche caduto. Gli ho offerto una birra perché mi ha lasciato senza parole”. Altro incontro singolare, quello con “una famiglia svizzera composta da padre, madre e tre figli, di cui uno di 4 anni che aveva la sua bicicletta legata a quella del padre e pedalava insieme a lui. E con loro trasportavano il cane”.
Tanti, come ovvio, gli imprevisti lungo la strada. Tra i più incredibili un campeggio francese che “ha attaccato il telefono quando gli ho chiesto se parlavano inglese”, una notte passata nel bosco perché “si era fatto tardi ed ero ancora troppo lontano dal paese più vicino” e le rotture meccaniche, tutte risolte con sistemi di fortuna. Tranne una: quella della pompa per gonfiare le ruote, che ha costretto Sampietro a fare “diversi chilometri a piedi per trovare un negozio aperto, visto che era domenica ed erano chiuse sia le officine che i distributori di benzina”.
Per quanto riguarda il percorso, il momento più difficile del viaggio è stato tra Aix-en-Provence e Avignone: “circa 80 chilometri tutti controvento – ricorda il 35enne – con raffiche così forti che dovevo pedalare anche in discesa”. Ma particolarmente duri sono stati anche “il tunnel per uscire dal principato di Monaco” e “una salita terribile per arrivare a Lloret de Mar, quando avevo già tutto il viaggio sulle gambe”.
E per i controlli anti-Covid? “Avevo con me il certificato vaccinale – dice Sampietro – ma mi hanno fatto un controllo minimo solo alla frontiera di Ventimiglia, per il resto non mi ha mai fermato nessuno. Devo anche dire che non ho visto grande attenzione alle regole: a Lloret de Mar i bar e le discoteche rimanevano aperti fino a tardi e un sacco di ragazzi andavano in giro senza mascherina”.
In compenso, “in Francia e Spagna ho notato un grosso rispetto per i ciclisti, molto più che in Italia. Però va anche detto che in Francia non capita mai di trovare biciclette affiancate che invadono la strada: si cammina tutti rigorosamente in fila indiana”.
Quando a settembre tornerà a scuola, Sampietro avrà una bella avventura da raccontare ai suoi ragazzi. “Se c’è una morale che può uscire da questa storia – dice – è che non bisogna avere paura di ostacoli che solo in apparenza sembrano insormontabili. Consiglio a tutti un’esperienza del genere”. E lui ripartirà per un altro viaggio? “Ci sto già pensando, ma stavolta mi servirà una bici nuova…”.
Alessandro Castellani
