Ronciglione – Morte di Maria Sestina Arcuri, oggi per Andrea Landolfi è il giorno del verdetto.
Un ultimo quarto d’ora alla difesa del 32enne per tirare le conclusioni, che tra le 9,15 e le 9,30 di questa mattina spetteranno all’avvocato Serena Gasperini, dopo di che la corte d’assise del tribunale di Viterbo si ritirerà in camera di consiglio e potrebbero passare ore prima della sentenza.
Tutti col fiato sospeso in attesa di sapere cosa avranno deciso i sei giurati popolari e i due giudici togati: Roberto Colonnello a latere e il presidente Eugenio Turco, quest’ultimo subentrato al predecessore in fase di discussione.
Il presidente della corte d’assise Eugenio Turco
Una sentenza di primo grado, che arriverà a distanza di due anni e mezzo dalla morte della parrucchiera 26enne originaria della provincia di Cosenza, deceduta a Belcolle il 6 febbraio 2019 dopo essere precipitata dalle scale di casa della nonna dell’imputato, la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019, in un appartamento su due piani in via Papirio Serangeli a Ronciglione.
Un mese fa il pubblico ministero Franco Pacifici ha chiesto una condanna a 25 anni con le attenuanti per omicidio volontario, omissione di soccorso e le lesioni alla nonna Mirella Iezzi, che nel frattempo ha ritirato la costituzione di parte civile. L’avvocato di parte civile Vincenzo Luccisano, che rappresenta i genitori e i due fratelli della vittima, ha chiesto la condanna senza attenuanti dell’imputato. Insisterà questa mattina per l’assoluzione la legale Serena Gasperini che col marito Daniele Fabrizi ha preso nella primavera del 2020, nel pieno del primo lockdown da Cornavirus, la difesa del 32enne.
Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
Landolfi si è dichiarato più volte innocente, rilasciando spontanee dichiarazioni nel corso del processo, l’ultima delle quali lo scorso 29 marzo.
“Le sono stato vicino finché è stato possibile, tutto il tempo possibile”, ha detto Landolfi ricostruendo quel primo weekend di febbraio 2019 trascorso dalla coppia assieme al figlioletto di lui di 5 anni e alla nonna di lui ottantenne nella casa di via Papirio Serangeli a Ronciglione.
“Io, mio figlio e Sestina siamo arrivati sabato a pranzo – ha cominciato Landolfi, spiegando il perché della lite di domenica – la mattina del 3 febbraio Sestina faceva i capelli a mia nonna, mentre io giocavo col bambino di sopra, dove sono le camere. Poi siamo scesi di sotto e ci siamo messi sul divano. Io ho riso per una foto su Facebook della mia ex con una persona, commentando ‘ora ho capito quali erano le cene di lavoro’. Sestina mi ha messo il broncio e guardava il suo cellulare, quando mio figlio glielo ha spento con un dito. Lei ha bestemmiato e io, che sono molto credente, faccio dire le preghiere al bambino e lo porto in chiesa, ho preferito portarlo fuori piuttosto che discutere“.
“Fuori abbiamo incontrato il ragazzo con un ritardo mentale del pub, che si era infatuato di Sestina. Mi ha chiesto se la sera saremmo andati al karaoke e mi ha chiesto il numero della mia fidanzata, con cui mi ero raccomandato di essere gentile con lui. Lei intanto mi scriveva e io non le rispondevo. Però ho detto a lui che poteva scriverle di avermi visto triste e giù di morale“.
“Poi Sestina mi ha mandato una foto particolare, la nostra prima fotografia, con scritto ‘ti prego torna a casa, scusami’. Così siamo rientrati e per festeggiare e far riavvicinare subito mio figlio a Sestina siamo andati al ristorante e poi al pub”.
“Al ristorante lei stava seduta vicino al bambino, ci sono i video dove ci abbracciamo. Abbiamo preso una bottiglia di vino, lei anche un amaro e io una grappa di sotto dopo avere pagato. Ho lasciato anche la mancia, dicendo al cameriere di avere ritrovato la felicità, che ero contento ed era iniziata una nuova vita. Non ero ubriaco, semmai quasi brillo”.
“Al pub ci siamo segnati per cantare due canzoni al karaoke con mio figlio, ordinando un tagliere per il bambino e due calici di vino rosso per noi. Giocavo con mio figlio, che mi prendeva per il collo e io lo mettevo a testa in giù. La cameriera sorrideva e io ho ricambiato il sorriso. Poi il bambino ha fatto cadere un terzo calice e la cameriera è corsa a pulire, versandone un altro, mentre la ringraziavo, sempre sorridendo”.
“A quel punto Sestina è esplosa. Mi ha detto ‘ tu ci stai provando con la cameriera, sei uno stronzo, mi hai tradito pure con questa, ci sei andato a letto, io vado a dormire in un b&b’. Mentre io e il bambino andavamo a cantare, perché ci hanno chiamato, lei è uscita seguita dal giovane col ritardo mentale, poi è rientrata insistendo con la scenata di gelosia”.
Ronciglione – La coppia ripresa all’uscita dal pub
“Uscendo, come si vede nel filmato, le ho preso il viso con la mano per dirle ‘lo vuoi capire che io a te ti amo, amo solo te’. Lei era brilla, io le ho aperto la portiera chiedendole dove volesse andare e mi ha risposto ‘a casa’. Sono salito nella camera matrimoniale e ho messo il pigiama al bambino mentre lei parlava di sotto con la nonna. Quindi sono sceso per farla salire e Sestina, a metà del ballatoio, si è fermata davanti a me, puntandomi il dito sul petto e dicendo ‘tu ci sei stato a letto’. Lei avanzava, io indietreggiavo, dicendole ‘ora basta, mi devi ascoltare, ho dei progetti, ti ho fatto conoscere mio figlio, abbiamo un progetto lavorativo, stiamo cambiando casa, dopo due mesi abbiamo detto di fare un figlio”.
“Le ho detto ‘finiamola qua, ti amo, ti amo senza fine”, ha proseguito Landolfi.
“Poi ho fatto una battuta: “La cameriera del pub comunque non era bruttissima’. Lei mi ha risposto ‘ma vaffanculo’ e dato una spinta. Me la sono vista venire contro. Mi sono aggrappato non so come al suo braccio destro. L’ho vista come se venisse sopra di me. Ho sentito un botto, poi un altro botto, poi il botto che ho fatto io. Io sono finito sullo spigolo del camino, lei sul lato opposto verso la scala”.
“Lì per lì ero annebbiato. Ho visto la nonna che con tutte le sue forze cercava di sollevarla, mentre lei diceva di avere mal di schiena. Ero arrabbiato, pensavo che saremmo potuti morire. Ho detto alla nonna di scansarsi perché ha nove stent, per spostarla le ho dato una botta, forte. Lei è tornata con un canovaccio bagnato e lo ha messo sulla testa di Sestina, cui però faceva male la schiena. Io ho detto a nonna di andare a farsi vedere”.
“A Sestina ho detto ‘ma ti rendi conto di cosa hai fatto, potevamo ammazzarci’. Lei si è scusata, ma aveva la nausea, l’ho portata in bagno e ha vomitato. Volevo chiamare l’ambulanza, ma mi ha detto che aveva solo mal di schiena e voleva dormire, tanto la mattina dopo dovevamo andare all’Umberto I per una visita e si sarebbe fatta fare una lastra”.
“Siamo saliti in camera e le ho tolto le scarpe, mettendo solo lei a letto, mentre io sono rimasto chino vicino per vedere come stava. Abbiamo parlato. Lei mi ha detto del suo ex di Taranto, che l’aveva stalkerizzata, che l’aveva seguita due volte quando lei era scappata dai genitori, che in me aveva visto l’opposto. A un certo punto si è zittita e mi ha vomitato tra le mani. C’era anche mio figlio”.
“L’ho pulita e le ho messo il pigiama della nonna. Quando le ho infilato il sopra, ho visto una goccia di sangue che usciva dall’orecchio. Allora ho chiamato la zia a Campagnano, che mi ha detto di chiamare l’ambulanza. Ho rimesso le scarpe a Sestina, che però andava da una camera all’altra, dicendo che voleva dormire. Intanto dovevo badare al bambino, che c’erano le scale. Per le scale, diceva i numeri, non so che numeri. Mi scambiava per mio figlio. L’ho adagiata sul divano e sul bracciolo c’era il bambino”.
Infine l’arrivo dei soccorsi. “Sono venuti in tre senza dottore, li ho aiutati a caricare la barella nell’ambulanza, poi ho detto una bugia. Ho detto che ero senza macchina per salire anche io e il bambino in ambulanza, per stare vicino a lei, per starle vicino finché è stato possibile. Poi mi hanno portato via, ma io la cercavo, sono riuscita a vederla un’ultima volta quando era intubata”.
Ai genitori di Sestina, che erano presenti in aula: “Io capisco il dolore dei familiari, ho un figlio, so cosa vuol dire perdere la persona che ami”. “La verità paga sempre, ho detto la verità, sono innocente“, ha concluso il giovane.
Silvana Cortignani