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“No al prelievo forzoso di un bimbo perché conteso dai genitori”

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Valeria Valente

Valeria Valente


Viterbo – (sil.co.) – Bimbo strappato alla madre che per non farselo portare via si barrica in camera da letto, sulla vicenda interviene la senatrice del Pd Valeria Valente, dal 2018 presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

“Purtroppo un altro bimbo è stato prelevato con la forza, da casa sua, perché è in corso un contenzioso per l’affido – scrive la senatrice dem in un post su Facebook – è stato strappato alla madre, alla sua vita. La donna, che ha lottato perché questo non accadesse, ancora una volta a fronte di comportamenti che ha messo in atto per tutelare il figlio è stata giudicata ‘alienante’ e quindi meritevole di perdere la custodia”.

E’ il caso di cronaca, denunciato dall’associazione DiRe-Donne in rete contro la violenza, avvenuto lunedì sera in un centro della provincia di Viterbo dove polizia, vigili del fioco e un’ambulanza sono intervenuti presso un’abitazione privata per attuare un provvedimento del tribunale civile in cui si dispone la collocazione in casa famiglia di un bimbo di 7 anni, la cui madre è una quarantenne che si è trasferita in primavera nella Tuscia dal Veneto, per stare più vicina all’ospedale Bambino Gesù di Roma dove il piccolo è in cura per una grave patologia di cui soffre. 

E’ finita nel peggiore dei modi la vicenda della donna, che tra il 2014 e il 2018 avrebbe presentato ben sei denunce per maltrattamenti in famiglia contro il marito, tutte archiviate dal tribunale di Treviso. Dopo una lunga battaglia legale tra i genitori, il tribunale ha infatti nominato un curatore e un tutore speciali per il minore, disponendone l’allontanamento dalla madre, sulla base di una presunta “alienazione parentale”, quando un genitore cerca di “cancellare” l’altro, privando il figlio dell’affetto del padre o della madre.

“Questo ragazzino, in aggiunta, soffre di epilessia – prosegue – è inaccettabile che un bambino venga prelevato con la forza dalla sua casa perché conteso tra i genitori. Proprio per questo, come Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio, stiamo studiando come intervenire per evitare che avvengano altri terribili episodi come questo, che si configurano come violenti e traumatici per i bambini”.

“Sono convinta che, anche al di là dei motivi che inducono un figlio o una figlia a non voler vedere il padre, questi fatti non debbano più accadere. Non si può prelevare con la forza un/a bambino/a dalla sua casa perché è conteso tra i genitori. È inaccettabile e lo è ancor di più quando all’origine del contenzioso c’è la violenza domestica, che può spiegare sia i comportamenti della madre che dei figli minori nel tentativo di salvarsi”.

“Per questo – ricorda Valente – come Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere, stiamo studiando come intervenire per evitare che avvengano altri terribili episodi come questo, che si configurano come violenti e traumatici per i bambini”. 

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