Voghera – Morte di Youns El Boussetaoui, è durato oltre tre ore questa mattina l’interrogatorio dell’assessore alla sicurezza di Voghera Massimo Adriatici, accusato di eccesso colposo di legittima difesa.
Massimo Adriatici
“Non volevo sparare, il colpo mi è partito cadendo”, aveva detto al pm Roberto Valli, e questa mattina davanti al gip, Adriatici avrebbe ricostruito quanto accaduto la sera di martedì 20 luglio. Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, l’assessore, che si è autosospeso ed è finito ai domiciliari, avrebbe spiegato di girare sempre con il proiettile in canna, di avere l’abitudine di verificare “che tutto fosse a posto e i cittadini fossero tranquilli”. Di lui, ex poliziotto, si sa che era abituato a fare la “ronda” per la sicurezza dei cittadini.
“Io giro sempre con il colpo in canna”, avrebbe ammesso nelle fasi immediatamente successive all’omicidio. Una necessità dovuta alle azioni di controllo sulla pace e serenità di Voghera: “Verifico che tutto sia a posto e i cittadini stiano tranquilli”.
In attesa dei risultati dell’autopsia sul 39enne di orgini marocchine Youns El Bousseataoui e dei rilievi scientifici intanto si stanno analizzando i filmati delle telecamere piazzate a piazza Meardi per ricostruire quanto accaduto la sera di martedì quando Massimo Adriatici, l’assessore comunale in quota Lega, avrebbe sparato con la sua calibro 22 al 39enne.
Intanto, agli atti dell’inchiesta sull’omicidio del 39enne c’è un video, ripreso da una telecamera di sorveglianza, in cui si vede Bousseataoui avvicinare l’assessore Adriatici e, dopo una breve discussione, colpirlo con un pugno. Le immagini, pubblicate dal Corriere, mostrano l’assessore cadere a terra, ma non il momento in cui spara alla vittima. Subito dopo lo si vede rialzarsi ed essere avvicinato da un paio di persone. Dal video non è chiaro, invece, il momento in cui Adriatici, ora ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa, impugna l’arma.
Raccontando quanto accaduto, Adriatici avrebbe detto che “quell’uomo mi aveva spaventato” sia ai pm e ai carabinieri, sia ai suoi legali. Ma, mentre il 39enne stava agonizzando, pare che Adriatici abbia telefonato non al 112 per chiedere i soccorsi ma a un numero fisso del commissariato a cui avrebbe parlato di una lite con un perditempo, senza allertare i soccorsi. La polizia avrebbe girato la chiamata ai carabinieri che avevano inviato una sola macchina.
La sorella di Younes intanto continua a chiedere giustizia: “È stato ammazzato un innocente. Adriatici ha sparato con l’intenzione di ucciderlo, l’ha colpito al cuore. Stava male? Fino a due mesi non stava male, sì gli piaceva vivere all’aperto, in una casa soffocava. Ma solo da poco stava male a livello psichico, non so cosa sia successo”. E poi annuncia che sabato pomeriggio ci sarà una manifestazione con parenti e amici davanti al luogo dell’uccisione per ricordare il fratello.
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
