Viterbo – Non capita tutti i giorni di finire sulla terza pagina del Corriere della Sera, probabilmente la più prestigiosa e antica di sempre. E non capita di certo tutti i giorni di finirci con un articolo firmato da Ernesto Galli della Loggia, sicuramente tra le firme più importanti del Corriere. A Paolo Pelliccia è successo invece proprio ieri mattina, a tutta pagina e nelle vesti di commissario straordinario delle biblioteche di Viterbo. “Un bibliotecario coraggioso”, così l’ha definito della Loggia. Senza sbagliare, nemmeno di una virgola.
Viterbo – Il commissario delle biblioteche Paolo Pelliccia
“‘One man can make the difference’, dice un vecchio proverbio inglese: ‘Un uomo da solo può fare la differenza’. Paolo Pelliccia – scrive Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera – aveva trovato il luogo confacente al genio che abitava dentro di lui, si mise all’opera e io posso qui testimoniarne il risultato. Un ambiente interamente rinnovato, tutto luminoso e colorato, alle pareti immagini evocatrici di persone e cose della cultura mondiale, sale di letture moderne, comode e piacevolmente arredate, un’ambiente ad hoc per i ragazzi, una sala Rossellini per proiezioni cinematografiche e incontri culturali, il numero dei libri cresciuto fino a centomila e ordinati in scaffali aperti disseminati dovunque, una ventina di dipendenti, trentamila persone con la tessera di frequentatore abituale. Insomma un luogo pulsante di vita e d’iniziative, dove la cultura diviene una dimensione attuale ed essenziale: esattamente l’opposto di qualcosa relegato nello sterile spazio del superfluo, come troppo spesso è dato di vedere. Tutto questo, peraltro, pesando il meno possibile sulle finanze pubbliche: facendo appello al lavoro volontario di molti giovani ma soprattutto ricorrendo a una straordinaria capacità di raccogliere fondi da donatori privati”.
Paolo Pelliccia una decina di anni fa ha preso in mano le due biblioteche, salvandole dalla distruzione cui sembravano inevitabilmente destinate. Qualsiasi studente o studioso degli anni ’90, inizio 2000, lo può abbondantemente testimoniare. Locali fatiscenti, abbandono e incuria. In biblioteca ragazzi e ragazze, soprattutto in quella di viale Trento, c’andavano soltanto per “fare sega”, cioè saltare la scuola. Chi voleva concentrarsi, studiare o consultare qualche testo non andava di certo all’Anselmo Anselmi. Nella biblioteca comunale, nelle stanze con i manoscritti antichi, ci parcheggiavano addirittura il motorino. All’ingresso, persino le macchine.
L’articolo del Corriere della Sera
Paolo Pelliccia, contro tutto e tutti, le ha invece risollevate, trasformando la biblioteca provinciale in un luogo meraviglioso. Un posto dove vale la pena andare soltanto per vederlo e vedere di cosa può essere capace un amministratore pubblico quando decide di lavorare al servizio della città e dei cittadini. Al servizio della cultura. Soltanto per vedere di cosa è stato in grado Paolo Pelliccia. A breve toccherà invece alla biblioteca di piazza del teatro dove, nei mesi scorsi, approfittando anche della chiusura dovuta al Covid, durante la quale la biblioteca ha continuato comunque a lavorare, il commissario ha messo in salvo tutti i libri e i manoscritti. A settembre la presentazione del progetto che da lì in avanti cambierà il volto di palazzo Santoro, riqualificando inoltre un intero quadrante urbano. Piazza Campo Boio inclusa.
Tante le difficoltà, altrettante le sfide. Infine un sogno, il polo unico delle biblioteche. L’obiettivo ultimo. “Paolo Pelliccia però – conclude della Loggia – è forse nato nel posto sbagliato. L’Italia non è fatta per tipi come lui. Da queste parti, infatti, il più delle volte il successo che premia le capacità non è un merito che impone riconoscimento ma piuttosto una colpa da scontare con la gelosia e con l’invidia. Da queste parti il successo dà fastidio. Non solo è quasi mai è gradito al potere, ma suscita sempre una folla di pretendenti abusivi alla successione in nome del sacro principio dell’alternanza. Voi credete perciò che il nostro amico sia destinato a conservare il suo posto dove ha fatto così bene? Dalle voci che circolano si direbbe proprio no e quanto al destino della Biblioteca della città di Viterbo, a chi mai volete che gliene importi?”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: La biblioteca di viale Trento – Video: Foto, libri e citazioni – La biblioteca di viale Trento – Il degrado della biblioteca prima del salvataggio dei libri – La biblioteca di piazza del Teatro – Il tetto e i locali della biblioteca – Il progetto del consorzio – Il degrado di piazza Campoboio – Video:Foto, libri e citazioni – La biblioteca chiusa – Il progetto