Viterbo – Fa sesso con quattro uomini, ma non fu stupro di gruppo.
Sono stati assolti ieri con formula piena, perché il fatto non sussiste, i tre giovani riconosciuti nell’immediatezza dalla presunta vittima, quando si è recata con la madre a sporgere denuncia, finiti a processo davanti al collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini.
Il quarto invece non è mai stato identificato dalla pesrona offesa, una ragazza che la notte del 20 ottobre 2018 confidò alla madre tra le lacrime di essere stata violentata da un gruppo di uomini che l’avevano caricata in macchina e condotta in un’abitazione di Bagnaia, lungo viale Fiume.
Nel corso del processo è emersa però un’altra verità che ha convinto la stessa pm Eliana Dolce a chiedere l’assoluzione per insufficienza di prove.
“La giovane era venuta a Viterbo da Terni per la droga ed era disposta a tutto per avere lo stupefacente che è il nodo centrale di tutta la vicenda”, ha spiegato il magistrato.
Violenza sulla donne
In cambio di droga, la ragazza avrebbe accettato di recarsi nell’abitazione assieme al quartetto.
In cambio della droga, avrebbe accettato di improvvisare uno spogliarello e poi di fare sesso con loro. Nel frattempo le sarebbero arrivate 12-13 telefonate della madre che, conoscendo il problema, la stava cercando disperatamente.
Una volta ottenuto lo stupefacente, come ha riferito lei stessa in aula, si sarebbe lamentata che era “finto” perché avvolto nella carta con su scritto “erba legalizzata” mentre lei aveva chiesto “sostanza illegale”.
“Non lo hanno neanche messo nel cellophane per farlo sembrare vero”, ha spiegato durante il processo. A quel punto avrebbe detto “basta” lasciandoli “tutti a metà” e se ne sarebbe andata. Facendo sesso la sera stessa con un quinto uomo, che invece le avrebbe dato dello stupefacente vero.
“Alla madre raccontò di essere stata costretta a spogliarsi con un coltello puntato alla schiena, poi il coltello è sparito. La verità è che era pronta a tutto per la droga, anche se forse sentiva di avere una riserva interna a fare sesso con quattro uomini, l’ha forse sentita come una violenza, ma è stata una sua scelta, come è stata una scelta dire ‘adesso basta’ quando la droga è arrivata.’Poi ho fumato uno spinello e me ne sono andata’, ha spiegato in aula, non c’è stata costrizione. Anche il rapporto sessuale con il quinto uomo era ‘non voluto’, anche se non l’ha sentito come una costrizione, ma anche quello era col fine di ottenere lo stupefacente”, ha sottolineato il difensore dei tre imputati, avvocato Luigi Mancini.
Il collegio ha assolto i giovani “perché il fatto non sussiste”.
Silvana Cortignani
