Renata Polverini
Viterbo – (sil.co.) – Macchina del fango contro l’attuale senatore Francesco Battistoni, l’8 settembre salvo ulteriori imprevisti dovrebbe testimoniare l’ex governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini, mentre il processo è appeso sul filo della prescrizione.
Cinque le parti civili e otto gli imputati nel maxiprocesso, tra i quali il giornalista Paolo Gianlorenzo e l’ex assessora regionale all’agricoltura Angela Birindelli. Tra le parti offese spicca il senatore di Forza Italia e sottosegretario all’agricoltura Francesco Battistoni.
Fatti datati. L’inchiesta denominata “IV Potere” del pm Massimiliano Siddi si è chiusa nella primavera del 2012.
Renata Polverini avrebbe dovuto essere sentita lo scorso 11 maggio ma, nonostante fosse regolarmente presente in aula, la deposizione è saltata a causa della diversa composizione del collegio ed è stata rinviata all’udienza fissata alle ore 15 del prossimo 8 settembre.
Otto gli imputati per due filoni d’indagine: macchina del fango e Vinitaly.
Oltre al cronista Paolo Gianlorenzo (difeso dagli avvocati Carlo Taormina e Fausto Barili), la collaboratrice Viviana Tartaglini (difesa da Franco Taurchini), l’ex assessore regionale all’agricoltura Angela Birindelli, l’ex patron della Viterbese calcio e imprenditore Giuseppe Fiaschetti, l’impiegato dell’agenzia delle entrate Luciano Rossini, l’ex dipendente della Asl, Sara Bracoloni, l’ex direttore dell’assessorato all’agricoltura Roberto Ottaviani e l’ex commissario straordinario dell’Arsial Erder Mazzocchi.
Sono accusati, a vario titolo, di tentata estorsione, tentata concussione, corruzione, minacce, peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio, soppressione di atti, sostituzione di persona e detenzione di arma.
Parti civili l’ex redattore dell’Opinione di Viterbo Daniele Camilli, il politico Francesco Battistoni, l’imprenditore e sindaco di Grotte di Castro Piero Camilli, la Regione Lazio e Antonio Riccardi (il presunto prestanome di Giuseppe Ciarrapico, ex senatore Pdl ed ex editore di Gianlorenzo, il quale si sarebbe spacciato per lui per ottenere informazioni scottanti al telefono).
Paolo Gianlorenzo
Le accuse
Paolo Gianlorenzo risponde di:
tentata estorsione per le “macchine del fango” a Francesco Battistoni, Roberto Angelucci e Piero Camilli e le minacce di licenziamento ai collaboratori del giornale;
corruzione per l’accordo con l’assessora, pubblicità-macchina del fango contro Francesco Battistoni;
minacce a un collaboratore;
detenzione di arma per il tirapugni in redazione;
appropriazione indebita per i 5mila euro della cooperativa editoriale, per pagare spese legali;
tentata concussione e rivelazione di segreti d’ufficio per la vicenda del notaio Fortini;
sostituzione di persona per aver usato un prestanome dell’ex senatore Ciarrapico, durante una telefonata;
Angela Birindelli di:
tentata estorsione e corruzione per la macchina del fango a Francesco Battistoni;
tentata concussione e abuso d’ufficio per la “cacciata” di Stefano Bizzarri;
peculato per la macchina di servizio usata per ragioni private;
abuso d’ufficio e tentata concussione per i presunti tentativi di pilotare l’allestimento dello stand Lazio al Vinitaly;
Viviana Tartaglini risponde di:
tentata estorsione per le minacce di licenziamento ai collaboratori del giornale;
appropriazione indebita per i 5mila euro della cooperativa editoriale, per pagare spese legali;
Luciano Rossini risponde di:
tentata concussione e rivelazione di segreti d’ufficio per la vicenda del notaio Fortini; in qualità di funzionario dell’Agenzia delle entrate avrebbe detto a Gianlorenzo di un imminente controllo sulla categoria dei notai. Informazione che, per l’accusa, è stata usata come strumento di pressione dal giornalista e dal funzionario, per ottenere vantaggi patrimoniali personali
Sara Bracoloni risponde di:
rivelazione di segreti d’ufficio per aver rivelato a Gianlorenzo informazioni sul rapporto di lavoro della figlia di un giudice;
Erder Mazzocchi risponde di:
tentata concussione, concussione e abuso d’ufficio per la “cacciata” di Stefano Bizzarri;
soppressione di atti;
Roberto Ottaviani e Giuseppe Fiaschetti rispondono di:
abuso d’ufficio e tentata concussione in relazione alla vicenda Vinitaly.

