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“I no vax che finiscono in terapia intensiva si paghino il ricovero”

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Roma – “I no vax che finiscono in terapia intensiva si paghino il ricovero”. A proporlo è l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, ieri in visita a Villa Monte Mario, una delle strutture che ospiterà i profughi afghani accolti nella regione.

“I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri – ha detto l’assessore – perché queste persone che rifiutano la vaccinazione, mettendo a rischio la libertà altrui, devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni. La regione sta studiando il modo di contestare ai no vax le spese per le cure mediche. È ora di mettere un punto“.

Sono oltre 250mila le persone residenti nel Lazio di età compresa tra i 50 e i 79 anni che non hanno prenotato la vaccinazione.

“Ci stiamo lavorando – ha aggiunto D’Amato – e ci sono dei modelli a cui, ad esempio, facciamo riferimento e sono quelli della Lombardia dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto la sua degenza fosse costata all’ente regionale. Naturalmente non si chiedeva un centesimo, era solo per mostrare al paziente il costo sostenuto per le sue cure ma con i no vax siamo intenzionati ad andare oltre. Giornalmente ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro per degenze medie non inferiori ai 17 giorni”.


Alessio D'Amato

Alessio D’Amato


“L’aspetto più difficile da accettare – ha concluso l’assessore – è che i no vax nel momento in cui finiscono ricoverate si rendono conto del dramma e del pericolo che stanno correndo e tutti si pentono di non essersi vaccinati“.

“Sono stati effettuati i check-up sanitari sui profughi afghani che stiamo accogliendo – è poi intervenuto il governatore Zingaretti -. Tutti hanno ricevuto il tampone, nessuno è risultato positivo e nessuno ha rifiutato la somministrazione, dando un segnale di intelligenza e maturità. Nel Lazio stiamo ospitando circa 950 afghani, di cui il 60% bambini. A tutti loro stiamo garantendo, grazie anche al Forum del terzo settore, il massimo dell’assistenza a cui hanno diritto”.


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