Valentano – Per far fronte al rave party nei pressi del lago di Mezzano è stata creata una rete, più o meno visibile. Una rete fatta di forze dell’ordine, volontari della Protezione civile e della Croce rossa, di operatori sanitari e sociali. “È stato svolto un importante lavoro congiunto, la situazione è stata gestita con razionalità e attenzione alle persone e al contesto territoriale”. A tracciare il bilancio sono il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e la Rete italiana riduzione del danno (Itardd). Due associazioni che intervengono nei contesti del divertimento giovanile e che erano anche tra il caos, il caldo e la musica ad alto volume del raduno di Valentano con educatori, assistenti sociali, psicologi, medici e infermieri per ridurre i rischi che potevano correre i partecipanti. “Sono stati coinvolti – fanno sapere le associazioni – oltre ottanta operatori provenienti da dodici regioni italiane e da servizi omologhi di altri stati europei”.
Nel rave di Valentano
Gli operatori hanno offerto supporto alle vittime di malori direttamente sul posto, anche per non intasare inutilmente ambulanze e pronto soccorso. Spesso sono stati gli stessi partecipanti a chiedere un loro intervento e i professionisti hanno avviato anche attività di drug checking, ossia analisi di sostanze stupefacenti. “I contatti – riportano Cnca e Itardd – sono stati 1500, 311 gli interventi di counselling (interventi di supporto, ndr), 240 quelli di drug checking, 116 le emergenze affrontate”. Un impegno e uno sforzo notevoli, che però non sono riusciti ad evitare la morte di Gianluca Santiago Camassa, il 24enne annegato nel Mezzano. “Esprimiamo profondo dolore – affermano le associazioni -. Più volte era stato comunicato di non bagnarsi nel lago per la pericolosità delle sue acque”. La procura di Viterbo ha aperto un’inchiesta per morte in conseguenza di altro reato. “Ci sono esperienze nella vita che segnano – racconta Giuseppe Di Pino della Rete italiana riduzione del danno -. Abbiamo respirato polvere e abbiamo sudato sotto il sole cocente. Abbiamo riso e abbiamo pianto. È stata una fatica immane, ma ne valeva la pena. Era quello che bisognava fare. Abbiamo dato prova di mestiere e cuore”.
Nel rave di Valentano
Come rivelato in anteprima da Tusciaweb con questo articolo, da subito le forze dell’ordine hanno intavolato una trattativa con i referenti del rave. E la mediazione ha portato gli organizzatori a smantellare il tutto giorni prima rispetto alle intenzioni: il raduno si sarebbe dovuto concludere oggi. “La situazione è stata gestita con razionalità e attenzione”, commentano Cnca e Itardd. “Eventi simili – concludono -, pur con numeri più bassi, si sono tenuti in tutta Europa, in contesti legali e illegali, come era prevedibile per il desiderio dei giovani di tornare a divertirsi, a ritrovarsi, a trasgredire dopo le chiusure e i limiti imposti dalla pandemia. Bisogni che, anche quando assumono alcune forme opinabili, vanno prima di tutto compresi dalle istituzioni e dagli addetti ai lavori piuttosto che demonizzati come accaduto sul rave nel Viterbese”.
Raffaele Strocchia
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