Viterbo – “Sgarbi ha detto la sacrosanta verità, Viterbo non riesce a pensare in grande”. Filippo Rossi d’accordo col pensiero del critico d’arte sul capoluogo. Nel corso di una conferenza stampa, il sindaco di Sutri ha sparato a zero sulla città dei papi, dicendo che “la parte nuova andrebbe bombardata, perché frutto di una speculazione edilizia feroce e che è una città rozza”.
“In generale – dice Rossi – sono d’accordo per un 20 per cento con quello che dice Sgarbi. In questo caso, purtroppo per noi viterbesi, ha detto la sacrosanta verità, perché Viterbo è una città che, tragicamente, non riesce a pensare in grande o in maniera strategica.
Filippo Rossi
Le amministrazioni pubbliche, chi più chi meno, lavorano sul piccolo cabotaggio, sul taglio di qualche filo d’erba o sulla sistemazione o meno di una buca; cose, per carità essenziali, che, però, non daranno mai un futuro più roseo e ricco alla nostra città.
Se la politica viterbese smettesse di pensare alla destra o alla sinistra, ai consiglieri amici e alle alleanze, ma riuscisse a trovare un pinco pallino qualunque capace di pensare in grande, Viterbo diventerebbe una città ricchissima. Servirebbe uno Sgarbi per Viterbo, un po’ meno Sgarbi, ma con quel tipo di follia per tirarla fuori dalla palude degli ultimi anni”.
Rossi non ne fa un discorso solo culturale. “E’ la base, ma il problema è che crediamo di dover salvaguardare quello che è la città, ma per salvarla bisogna cambiarla, anche nella mentalità e fin quando la politica e i viterbesi non capiranno che è ora di fare uno scatto avanti e non si accontenteranno di quello che hanno, la città rimarrà quello per cui tutta la popolazione dice che non va bene.
La cultura è il punto di partenza, ma riguarda anche il motivo per cui i viterbesi hanno abbandonato il centro storico da decenni e nessuno ha mai pensato a una nuova rifunzionalizzazione e come dice Sgarbi, la soluzione è stata costruire periferie abominevoli. Non abbiamo mai avuto la forza e il coraggio di costruire una Viterbo diversa”.
E’ chiaro che per Rossi, “il turismo non viene da sé o senza fare nulla, perché Viterbo è una bella città come tantissime altre città in Italia e dovrebbe realizzare un’industria turistica che può fare solo la politica e non i privati. La classe imprenditoriale, invece, non ha spinto in questa direzione e abbiamo una città bloccata oggi come ieri e come 10 anni fa. Con gli stessi dibattiti. Io non seguo la politica locale, ma leggo i giornali e non capisco per quale motivo ora l’amministrazione sia in crisi. Questo significa che non c’è una strategia e una visione di città”.
Investire di nuovo su Viterbo? “Io ci sono andato a sbattere cercando di salvare questa città e oggi sto cercando di farlo con quello che resta di Caffeina, anche da un punto di vista della Fondazione e l’obiettivo è tornare a farla qui.
Il nodo comunque è davvero di identità collettiva e Sgarbi non ha fatto altro che lanciare il sasso nella ‘palude’, quella stessa palude da cui non uscirà mai fino a quando i cittadini e i politici lavoreranno sul piccolo cabotaggio.
Servirebbe una alleanza tra viterbesi che pensano in grande e questa forse sarebbe la salvezza della città. A essere sinceri, però, tranne piccole eccezioni non vedo questo approccio e lo dico con molto dispiacere. Non andremo lontano fin quando non faremo un teatro lirico con una grande stagione o non riqualificheremo il centro storico, trasformandolo in un vero attrattore turistico e quindi con musei aperti, mostre permanenti e investimenti e non mancette o polemiche su spicci. Così ci sarà sempre uno Sgarbi che dirà questo di Viterbo e che – conclude Rossi – purtroppo avrà ragione”.
Paola Pierdomenico
