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“Viterbo è una città rozza e la parte nuova andrebbe bombardata”

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Bolsena – “La parte nuova di Viterbo andrebbe bombardata, perché frutto di una speculazione edilizia feroce. Viterbo è una città rozza”. Sono parole di Vittorio Sgarbi, sindaco di Sutri, parlamentare e critico d’arte, questa mattina a Bolsena. Per la presentazione del gemellaggio tra il museo di palazzo Doebbing a Sutri e la casa museo di palazzo Cozza-Caposavi sul lago di Bolsena.


Bolsena - La presentazione dell'accordo tra il museo Doebbing e palazzo Cozza-Caposavi

Bolsena – Vittorio Sgarbi con Gianpaolo Serone (a destra) e Francesco Cozza Caposavi (a sinistra)


“Viterbo è tenuta male – ha proseguito Sgarbi – illuminata male e amministrata da amministratori che sembrano di stare in un piccolo paese. Il museo civico è allestito male”. Insomma, nella città dei papi non funziona niente.

Sgarbi fa un passaggio anche sulla macchina di Santa Rosa. “Voglio gemellare la macchina di Santa Rosa con Ferrara, portarla a Ferrara. Quest’anno trasporto e festa non si faranno di nuovo. E questo in nome della paura e in contraddizione con la misericordia divina che dovrebbe proteggere le persone”.

L’occasione per le dichiarazioni, questa mattina in piazza San Rocco a Bolsena, dove si trova la casa museo di Francesco Cozza-Caposavi. Con loro anche Gianpaolo Serone, amministratore di Archeoares. Insieme hanno voluto il gemellaggio tra i due palazzi. Grazie all’accordo, con il biglietto di palazzo Doebbing si avrà diritto a uno sconto per la visita del palazzo Cozza-Caposalvi.

“La Tuscia – ha sottolineato poi Sgarbi – rinasce solo se unisce le forze nel nome della bellezza. La Tuscia è una terra centrale nella storia dell’arte italiana”.


Luciano Dottarelli

Paolo Dottarelli

Margherita Eichberg

Margherita Eichberg

Francesco Monzillo e Luigi Pagliaro

Francesco Monzillo e Luigi Pagliaro


“La collaborazione – spiega un comunicato degli organizzatori – nasce per volontà di Vittorio Sgarbi, sindaco di Sutri, ideatore e animatore del museo di palazzo Doebbing, ormai giunto alla quarta stagione espositiva con opere di Tiziano, Ligabue, Guttuso e Rousseau, il direttore della casa museo di Bolsena, Francesco Cozza Caposalvi e Gianpaolo Serone, amministratore di Archeoares”.

Presenti in sala anche il sindaco di Bolsena Paolo Dottarelli, la soprintendente Margherita Eichberg, il segretario della camera di commercio Francesco Monzillo e il presidente di Slow food Lazio Luigi Pagliaro.

“Finalmente – commenta Caposavi – si concretizza una vera collaborazione nella Tuscia nel nome dell’arte e della cultura, e questo non riguarda solo Sutri e Bolsena, ma tutto il nord del Lazio. Grazie alla sensibilità di Vittorio Sgarbi, stiamo realizzando il primo vero esperimento di museo diffuso della Tuscia”.

“Non sterili sigle di facciata – ha detto Sgarbi – che poi non realizzano nulla, ma ciò che servirebbe a questa terra per rinascere: unire le forze”.

“Sutri e Bolsena si stringono la mano – ha detto infine Serone -. Un gesto simbolico che unisce nord e sud della provincia. Verso l’Umbria e verso Roma. L’idea è quella di creare un museo diffuso a partire dalle dimore storiche di cui la provincia di Viterbo è ricchissima”.

Daniele Camilli


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