Viterbo – (sil.co.) – Rapina alle poste di Canino, da ieri è ai domiciliari col braccialetto anche Riccardo Carloni Modesti, l’esecutore materiale del colpo pianificato dal direttore Massimiliano Ciocia con Daniele Casertano, Domenico Palermo e Christian Lanari e messo a segno il 28 novembre 2020 da tre complici.
Il rapinatore solitario, intercettato in auto senza scarpe assieme ai due pali, si giustificò dicendo: “Ho pestato una m… di cane a Valle Faul e le ho buttate”. A tradirlo anche la modesta statura descritta dai testimoni.
Il prossimo 21 ottobre sarà processato con gli altri davanti al gip Giacomo Autizi con lo sconto di un terzo della pena del rito abbreviato (secco) chiesto dai difensori.
Lanari ha ottenuto i domiciliari venerdì 17 settembre. Ieri è stata invece accolta l’istanza dell’avvocato Luigi Mancini, difensore di Carloni Modesti, che era detenuto nel carcere di Civitavecchia dal 25 gennaio scorso.
Canino – L’ufficio postale di viale Giuseppe Garibaldi – Nel riquadro il direttore Massimiliano Ciocia
Rapinatore solitario travestito da corriere
A vestire i panni del “rapinatore solitario” il 25enne viterbese Riccardo Carloni Modesti, che all’ora di pranzo ha fatto irruzione per l’appunto da solo negli uffici di viale Giuseppe Garibaldi travestito da corriere, minacciando i presenti con un’arma per farsi consegnare il bottino e fuggendo a bordo di una Punto rossa su cui lo attendevano due pali, intercettata poco dopo in direzione di Montalto di Castro da una pattuglia della stradale, che ha indagato assieme ai carabinieri.
In fuga verso il mare per un pranzo di pesce
A bordo della vettura oltre a Carloni Modesti c’erano anche il 28enne martano Roberto Gallo e il 37enne viterbese Bruno Laezza. Il terzetto sarebbe stato diretto a Montalto di Castro, per regalarsi un pranzo a base di pesce con una “mazzetta” pari a 1250 euro di banconote fresche di stampa trovata in loro possesso.
Senza scarpe: “Buttate perché ci ho pestato una m… “
Carloni Modesti, subito finito nel mirino degli investigatori per la bassa statura descritta dai testimoni nell’identikit, fu trovato senza scarpe. Alla domanda su dove fossero finite le sue calzature, presumibilmente gettate nella fretta col resto del travestimento, avrebbe accampato una scusa poco credibile, ma sicuramente originale: “Ho pestato una m… di cane a Valle Faul e le ho buttate”. In realtà non avrebbe pensato di portarsi, oltre ai vestiti, anche le scarpe di ricambio. Ma il particolare, oltre alla bassa statura, ha ulteriormente insospettito gli investigatori.
L’avvocato Luigi Mancini

