Viterbo – “Bergoglio venne in taxi a Viterbo a visitare palazzo dei papi nel 2013, qualche settimana prima che diventasse pontefice”. La conferenza stampa per i 750 anni dal conclave e i 700 anni dalla morte di Dante inizia così, con le parole di don Emanuele Germani, ufficio stampa del vescovo Lino Fumagalli e parroco della chiesa dei santi Valentino e Ilario a Villanova, a nord della città dei papi.
Una serie di eventi per celebrare questi due importanti appuntamenti. Un percorso fatto appunto di celebrazioni, convegni scientifici e promozione della città di Viterbo in un contesto internazionale.
Gianpaolo Serone, Giovanni Arena, Marco De Carolis e don Emanuele Germani
Ad organizzare le celebrazioni, che inizieranno il 23 settembre con la presentazione di tutti gli eventi, Archeoares, la diocesi, il comune e la fondazione Carivit. Questa mattina, in conferenza stampa, c’erano infatti Gianpaolo Serone di Archeoares, don Emanuele Germani per la diocesi, Giovanni Arena e Marco De Carolis, rispettivamente sindaco e assessore alla cultura e al turismo del comune di Viterbo.
La conferenza stampa, quindi, spunto per dare il là alle celebrazioni e raccontare l’episodio di Bergoglio cardinale che viene a Viterbo in tar poco prima di diventare papa. Per visitare la sala dove tra il 1268 e il 1271 si svolse il primo conclase della storia. Dopo la morte di Clemente, papa francese. Più di mille giorni per decidere il nuovo pontefice, che sarà poi Gregorio X, finché i viterbesi non scoperchiarono il tetto di palazzo dei papi buttandoci dentro monnezza e misero sotto chiave (cum clave) i cardinali, che a quel punto, vista la mal parata, decisero il nome del successore di Pietro.
Marco De Carolis e don Emanuele Germani
“La sala del conclave – racconta don Germani – non è soltanto un luogo storico, ma anche un posto dello spirito. Poco prima dell’elezione di ogni papa, i cardinali, che poi si chiuderanno successivamente in conclave, vengono in pellegrinaggio alla sala di palazzo dei papi. In ricordo del conclave del XIII secolo e in dialogo con Dio prima di prendere la loro decisione”.
“Nel 2013 – prosegue il sacerdote dei santi Ilario e Valentino – venne anche Bergoglio, e venne da Roma in taxi, da cardinale, visitando palazzo dei papi e tutto il colle del duomo. Poi se ne è ritornato a Roma, per chiudersi anche lui in conclave. Un conclave dal quale uscì come papa”.
Il 23 settembre alle 18,30, sala Alessandro IV, palazzo dei papi, Viterbo, l’inizio delle celebrazioni con la presentazione del calendario degli eventi. Interverranno il vescovo Lino Fumagalli, il sindaco Arena, l’assessore De Carolis, Serone di Archeoares e il presidente della fondazione Carivit, Marco Lazzari. Al termine verrà scoperto anche il ritratto marmoreo di papa Francesco realizzato da Ivan Cusi. Il ritratto verrà poi esposto nella sala del conclave.
“Le due celebrazioni – ha detto Gianpaolo Serone di Archeoares – esulano dai confini cittadini. Sono due eventi internazionali. I 750 anni dal conclave sta portando poi su Viterbo un’attenzione decisamente importante. Ci saranno 22 convegni con personaggi di rilievo della cultura italiana. Siamo stati contattati da riviste importanti. Medioevo dedicherà 5 articoli alla città e al conclave. La Bbc ha inoltre voluto dedicare un articolo di 14 pagine sulla sua rivista History”.
Gianpaolo Serone e Giovanni Arena
Le conferenze, trasmesse via Facebook, vista la pandemia Covid in corso, vedranno gli interventi di studiosi come Claudio Strinati, Franco Cardini e Antonio Rocca.
“Sembra esserci stata una strana congiuntura – ha sottolineato Arena -. Nello stesso anno, in un periodo difficile per tutti a causa del virus, abbiamo l’occasione di celebrare due eventi di fondamentale importanza non solo per Viterbo ma per tutto il paese”.
“Rinascere nel segno della cultura, della condivisione e nell’esaltazione di un passato da noi molto distante – ha concluso infine il sindaco di Viterbo – accompagna ancora le nostre esistenze nel presente e le accompagnerà per le generazioni a venire. Due anniversari straordinari che dobbiamo leggere come un’occasione quasi irripetibile per diventare ancora più coesi”.
Daniele Camilli


