Michael Aaron Pang e Norveo Fedeli
Viterbo – “Norveo è stato barbaramente ucciso”. La vedova e gli altri familiari di Norveo Fedeli sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza della corte d’assise d’appello che nel primo pomeriggio di ieri ha confermato la condanna a 25 anni e sei mesi di reclusione del 24enne americano Michael Aaron Pang, il grafico d’origine sudcoreana che all’ora di pranzo del 3 maggio 2019 ha massacrato il commerciante 74enne a colpi di sgabello in testa nel suo negozio di via San Luca.
C’era tutta la famiglia della vittima a Roma con l’avvocato di parte civile Fausto Barili. “Tutti i parenti erano presenti e sono usciti comprensibilmente in lacrime dalla corte d’appello di Roma – spiega il legale – soddisfatti e commossi dall’esito dell’udienza, al termine della quale, dopo una breve camera di consiglio di una quarantina di minuti, la corte d’assise ha confermato l’impianto accusatorio originariamente elevato dalla procura della repubblica di Viterbo e di conseguenza tutte le argomentazioni logiche e giuridiche che la corte d’assise di Viterbo ha racchiuso nella sentenza impugnata dalla difesa”.
“La sentenza di primo grado è stata integralmente confermata, la pena non è stata ridotta nemmeno di mezza giornata. Pang è stato condannato per omicidio aggravato dallo scopo di rapina anche dalla corte d’assise d’appello. E’ stato un omicidio in funzione di 600 euro di abiti firmati quindi un omicidio aggravato dal nesso teleologico“, sottolinea il legale di parte civile.
“Non può più essere scalfita la memoria di Norveo”
“Oggi non può più esser scalfita la memoria di Norveo Fedeli. sottolinea Barili – perché in questo processo si sono affrontati argomenti un pochino spinosi, si è parlato di una colluttazione, si è parlato soprattutto di una iniziativa aggressiva da parte del signor Fedeli, la cui indole doveva essere valutata perché possedeva una pistola, tutte argomentazioni risibili che non hanno trovato riscontro con la corte d’assise di primo grado e che grazie a Dio sono state integralmente respinte dalla corte di assise di appello”.
“Fedeli è stato barbaramente assassinato”
“Norveo Fedeli è stato barbaramente assassinato per 600 euro di merce e poco più. Non possiamo che gioire di questa sentenza. E’ stato messo un punto definitivo – prosegue Barili – su tutte le illazioni e le congetture che sono state costruite attorno a una vicenda che sin dal primo giorno è apparsa chiarissima e cioè che fosse stato commesso un brutale omicidio da un assassino che ha compiuto questo delitto per 600 euro di merce rapinata dall’interno del negozio, ben sapendo che non avrebbe avuto a disposizione alcunché per poter pagare. Prova ne sia il fatto che nessuna delle transazioni precedentemente tentate e rifiutate hanno indotto l’imputato a compiere alcun tipo di verifica per capire la ragione per la quale quella carta non stesse funzionando. La carta di debito è un bancomat e funziona se nel conto con cui è agganciata ci sono i soldi sennò non funziona”.
Tribunale – L’avvocato Fausto Barili coi familiari di Fedeli durante il processo di primo grado
Insiste la difesa: “Non è omicidio aggravato”
Il difensore Remigio Sicilia, che col collega Giampiero Crescenzi assiste il 24enne americano, è tornato a contestare anche davanti alla corte d’assise d’appello l’aggravante dellla finalità della rapina.
Fin dal primo momento si è battuto per la caduta dell’aggravante del nesso teleologico, a causa della quale è stata rigettata la richiesta di giudizio con l’abbreviato che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena. Un rito non applicabile al reato di omicidio se vengono contestate delle aggravanti, in seguito all’inasprimento proprio nella primavera 2019 della normativa.
“Adesso aspettiamo le motivazioni della sentenza, per il deposito delle quali la corte d’assise d’appello si è presa 60 giorni – anticipa l’avvocato Sicilia – dopo di che decideremo se presentare ricorso in cassazione”.
Silvana Cortignani