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“L’anniversario del conclave ci deve insegnare ad amare di più Viterbo e a tenerla pulita…”

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Viterbo – “I 750 anni del conclave viterbese ci devono insegnare ad amare di più la nostra città. A prendercene cura, a raccogliere le erbacce, a tenerla pulita e a mettere i fiori e non solo i vasi per impedire il parcheggio con dentro le ortiche. La città è nostra. E non possiamo aspettarci tutto dall’amministrazione”. Il vescovo di Viterbo Lino Fumagalli ha aperto così i lavori per il 750esimo anniversario del conclave del 1268-1271, quando la sede papale rimase vacante per anni, “fino alla primavera del 1272”, ha fatto notare il vescovo, e fintanto che i viterbesi non scoperchiarono il tetto di palazzo dei papi, mettendo sotto chiave i cardinali e costringendoli a prendere una decisione. Da Clemente IV, papa francese, fino a Gregorio X, italiano.


Viterbo - L'inaugurazione del 750esimo anniversario del conclave

Viterbo – L’inaugurazione del 750esimo anniversario del conclave


“Aspettarci tutto dagli altri, aspettarci tutto dall’amministrazione – ha proseguito Fumagalli – deresponsabilizza le persone, compromettendo la loro libertà di scelta. Dobbiamo darci da fare amando la nostra città. Una città che durante il conclave di 750 anni fa è stata al centro del mondo e della cristianità. Dobbiamo amare la nostra città e fare in modo che chi la abita o viene a visitarla, possa dire che è bella, che ci si sta bene. Talmente tanto, che ci si portano gli amici. Una città ricca di turisti e persone”.

“La città è nostra”, ha detto il vescovo. E come tale bisogna amarla. Presupposto necessario per poterla vivere a pieno e arricchirla, non solo economicamente, con il contributo dei turisti. Una città vivibile e bella, prima ancora che turistica. Anzi, quest’ultima, per il vescovo Fumagalli, è la necessaria conseguenza della prima.


Viterbo - Il vescovo Lino Fumagalli

Viterbo – Il vescovo Lino Fumagalli


Ieri sera, in sala Alessandro IV a Viterbo, l’inaugurazione dei 750 anni del conclave viterbese e con esso i 700 dalla morte di Dante, settembre 1271. Assieme a lui, e alla diocesi, gli altri organizzatori dell’evento. Il comune, con il sindaco Giovanni Arena e l’assessore Marco De Carolis, Archeoares e il Colle del duomo, con Gianpaolo Serone, e la fondazione Carivit, rappresentata, ieri sera, da Elisabetta De Minicis, consigliera della fondazione e docente di archeologia medievale presso l’università degli studi della Tuscia.


Viterbo - Il busto del papa di Ivan Cusi

Viterbo – Il busto del papa di Ivan Cusi


“Abbiamo finanziato questo importante evento – ha spiegato De Minicis – perché ha avuto l’intelligenza di mettere insieme l’anniversario del conclave con quello della morte di Dante. Dante è conosciuto in tutto il mondo, il conclave no. Unirli può fare del primo il traino del secondo valorizzando la città di Viterbo al di fuori delle sue mura. Una scelta, questa, che può rappresentare la pedina Vicente per la città da qui ai prossimi mesi”.


Viterbo - Marco Guglielmi e Gianpaolo Serone

Viterbo – Marco Guglielmi e Gianpaolo Serone


Ventidue convegni, tutti on line, trasmessi tramite la pagine Facebook Visit Viterbo. C’è ancora il Covid. Il primo, alle ore 18, il 24 settembre. Angela Laconelli dell’Unitus interverrà su “Viterbo tra VIII e IX secolo. Dal Castrum alla civitas”. Sarà poi la volta di nomi come Giuseppe Romagnoli, Claudio Strinati, Franco Cardini, Antonio Rocca, Claudio Procaccioli. Dalla fine di settembre a dicembre. 


Viterbo - Elisabetta De Minicis

Viterbo – Elisabetta De Minicis


Nel corso della serata è stato poi inaugurato il busto di papa Francesco di Ivan Cusi, che resterà in sala Gualtiero, successiva a quella del conclave all’interno di palazzo dei papi, e donate 5 copie delle monete commemorative del conclave realizzate da Marco Guglielmi e donate ieri sera a chi è intervenuto all’inaugurazione degli eventi dedicati a Dante e al conclave viterbese. Il grosso e il denaro.

“Viterbo – ha spiegato Guglielmi – è stata la prima città a battere moneta in sede vacante. Un primato fondamentale”.


Viterbo - Lemonete del conclave realizzate da Marco Guglielmi

Viterbo – Le monete del conclave realizzate da Marco Guglielmi


“Il vescovo – ha detto il sindaco Arena – ha ricordato il periodo del conclave. Una fase storica di cui tutti siamo orgogliosi. Un periodo che corrisponde con il massimo splendore della nostra città. Viterbo è casa nostra – ha poi aggiunto riferendosi alle parole del vescovo -. Non si può puntare sempre il dito contro l’amministrazione. Non possiamo stare appresso agli zozzoni. L’amministrazione deve fare la sua parte, ma comportarsi bene è l’atteggiamento giusto per amare la città e portare i turisti”.

“Se una persona viene a Viterbo e la trova pulita – ha concluso infine l’assessore De Carolis – ritorna poi a casa con un’esperienza diversa e che gli resta. Una città turistica è conseguenza innanzitutto di una città caratterizzata da un forte senso civico”.

Daniele Camilli


Fotogallery: L’inaugurazione degli eventi per i 650 anni dal conclave e i 700 dalla morte di Dante


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