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“Siamo l’unica novità in mezzo a gente che fa politica dagli anni ’90…”

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Orte – (a.c.) – “Siamo il nuovo che avanza”. Questo lo slogan di Massimo Dionisi, candidato sindaco di Orte per la lista Si può. Area centrosinistra, con il gruppo civico Direzione domani, il Movimento 5 stelle e gli Indipendenti della sinistra ortana, lo schieramento guidato da Dionisi si presenta come “l’unico vero cambiamento a Orte, contro tre liste guidate da gente che è in politica dagli anni ’90”.


Massimo Dionisi

Massimo Dionisi


Cosa l’ha convinta ad accettare la candidatura a sindaco?
“Ho accettato perché ritengo che occorra un rinnovamento della politica locale. E’ impensabile che siano sempre i soliti nomi a fare politica e gestire la cosa pubblica. I miei competitor risalgono agli anni ’90. Credo che il futuro appartenga ai giovani, mentre ai ‘grandi’ è affidato il ruolo di guida, non di giocatori della partita”.

La parola d’ordine della sua lista e del suo programma elettorale
“Innovazione, ambiente e progresso: sono questi i nostri temi su cui poggia il programma elettorale”.

Che ne pensa delle altre liste e in cosa si distingue la sua?
“Rispetto i miei avversari politici, ma preferisco non esprimermi sulle altre liste. Posso sicuramente affermare che la lista Si può è formata da persone alla prima esperienza di proposta di governo. C’è entusiasmo, professionalità e voglia di fare bene e, se per un verso possiamo essere tacciati di poca esperienza, per altro non siamo avvezzi alla politica tradizionale, quella che allontana, quella che fa disinnamorare. Noi riteniamo di essere il nuovo che avanza”.

Si va a votare dopo un commissariamento. Secondo lei con che spirito arrivano i cittadini a queste elezioni?
“Non è la prima volta che i cittadini ortani fanno i conti con un commissariamento. Parlando con loro, è emersa la volontà del cambiare. Tra i commercianti, i genitori e gli anziani c’è tanto malumore e disapprovazione per gli eventi degli ultimi mesi, sia quelli che hanno portato al commissariamento sia per quelli che hanno portato alla formazione delle liste. Ho potuto percepire la voglia di discontinuità”.

Affrontiamo alcuni temi ricorrenti della politica ortana. Il primo: come si amministra un comune con più del 21% di residenti stranieri?
“Sicuramente non come è stato fatto dall’ultima amministrazione comunale. Il rapporto residenti/immigrati è alto perché non sono state adottate politiche inclusive che l’amministrazione comunale poteva adottare per regimare il flusso di cittadini stranieri nel comune di Orte. Anzi, le uniche che c’erano per regolare il fenomeno migratorio non sono state rinnovate. Un’indecenza speculare anche su questo tema parlando alla pancia delle persone e non risolvendo di fatto il problema”.

Quale quartiere ha maggiormente bisogno d’interventi di riqualificazione?
“Secondo me non è soltanto un quartiere in particolare che ha bisogno di interventi di riqualificazione. Ci sono interventi da fare di natura diversa e contemporanea su tutte le aree di Orte. Abbiamo deciso di partire proprio da questi interventi per rendere più vivibile e migliore Orte ai cittadini”.

Impianti sportivi: cosa non ha funzionato nel programma di ristrutturazione?
“In un’amministrazione comunale non coesa, ognuno tira per la propria direzione e infatti gli impianti sportivi hanno visto talmente tanti cambiamenti che si è divenuti tardi a soluzione e per ultimo sembra anche ci sia un errore di progettazione che abbia bloccato i lavori. Inoltre, quando si attuano questi progetti, si deve sempre tener conto che sono spazi essenziali per la comunità e quindi tempi di intervento e realizzazione devono essere certi in modo da non inficiare l’uso degli stessi impianti agli atleti e squadre. Non averlo fatto, da parte della giunta Giuliani, ha portato grosse difficoltà (pensiamo alle squadre di calcio e ai genitori che devono accompagnare i figli fino a Narni)”.

Un primo bilancio dell’esperienza Frecciarossa a Orte. La fermata sta effettivamente riscuotendo successo?
“Sono a favore del Frecciarossa a Orte, ma come detto prima della sua attuazione, solo se non avesse interferito con i treni regionali che prendono ogni giorno centinaia di pendolari lavoratori. Pensiamo che ad esempio il treno delle 6,51 da Orte per Roma, che trasportava gran parte delle persone, è stato anticipato di più di venti minuti. Cosicché ora le persone si riversano su quello delle 7, creando naturalmente assembramenti e disagi. E’ inutile pensare in grande se poi si vanno a peggiorare le condizioni generali di tante persone che quotidianamente vivono i trasporti ferroviari per motivi di lavoro. Così come è organizzata ora, non vedo il lato positivo di questa fermata. Occorre rimodularla”.

Gestione della rete idrica: quali passi vanno fatti secondo lei?
“La questione della gestione pubblica dell’acqua a Orte non è mai stata risolta, ma solo rattoppata a più riprese, con colpe varie. Per questo serve una politica definitiva che dia al comune il potere di fare ciò che la legge e i referendum cittadini già peraltro impongono: una gestione pubblica dell’acqua. Va esercitata tutta la pressione necessaria a livello regionale perché sia sbloccata e attivata la legge regionale numero 5 del 2014 di iniziativa popolare, approvata all’unanimità in consiglio, ma bloccata in giunta perché non sono ancora stati identificati i bacini territoriali con le relative autorità. L’acqua deve essere pubblica e gestita direttamente dal comune di Orte. Noi ci impegniamo a battere i pugni in qualsiasi sede affinché ciò non accada”.

Rsa a Petignano, sarà finalmente la volta giusta?
“La Rsa a Petignano è l’ennesima presa in giro agli ortani. Non suona strano che un consigliere regionale che sostiene una certa lista a Orte e un certo sindaco venga proprio a ridosso delle elezioni a dire che la completeranno? Quella struttura doveva essere finita da anni e invece non è stato così. Ora è arrivata la pandemia, che ha mostrato i limiti di una struttura concepita tanti anni fa e mai conclusa, ma siccome devono giustificare le loro incapacità e giustificare tutto questo tempo perso, invece di dire ‘scusateci per questa indecenza, abbiamo sbagliato’, arrivano e dicono ‘faremo una casa della salute e ospedale di comunità’, così magari si aspettano anche un grazie. Quella struttura doveva essere finita tempo indietro, i fondi li hanno previsti oltre un anno fa ma casualmente arrivano solo ora, in vista delle elezioni. Casualità o, come direbbe qualcuno, una marchetta elettorale?”.

In definitiva e in pochissime parole: perché gli ortani dovrebbero votare per la sua lista?
“Gli ortani devono votare per noi se vogliono cambiare, se vogliono la garanzia che i diritti siano tali e non concessioni (come i pacchi spesa e i buoni alimentari). Devono votare per noi se vogliono che, a parità di condizioni, corrisponda la parità di trattamento e non ‘figli e figliastri’. Devono votare per noi se credono che il comune sia la loro casa e i consiglieri siano al servizio di tutta la comunità. Se non pensano questo, hanno tre liste a disposizione per scegliere la solita ministra riscaldata”.


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